Questo scritto è dedicato a tutti i Fratelli Massoni, in particolare ai Fratelli delle Valli Calabre.
CALABRIA: DA UN PASSATO FIORENTE A UN TRISTE PRESENTE.
Queste mie brevi riflessioni, nascono da un male interiore, generato dal vedere la propria terra, un tempo culla di cultura, dilaniata dal mal costume e dalla corruzione.
Un Massone, iniziato come tale, non può restare inerme di fronte a questo scenario.
Questa di oggi, certamente non è la Calabria dei millenni passati. Mentre un tempo vantava primati positivi, oggi si distingue per quelli negativi.
Per mancanza di dati storici, è difficile ripercorrere con esattezza l’esatta storia delle sue origine. Si deve fare riferimento ad alcuni frammenti che scorrono tra miti e leggende. Maggiori, invece, sono le notizie del periodo greco- romano.
Mi limito ad evidenziare alcuni momenti più salienti del nostro passato, anche attraverso l’opera dei personaggi noti e delle figure popolari per comprendere meglio chi eravamo e chi siamo oggi.
In principio questa terra portava il nome di Italia. Questo nome è legato a molte leggende, alcune delle quali tratterò in questa sede.
Secondo gli storici Timeo e Marco Varrone, il nome Italo deriva dal fatto che in antichità il territorio era ricco di mandrie di buoi, dal greco antico Italoi.
Altre fonti indicate da Dionigi di Alicarnasso e Diodoro Siculo, sostengono che nell’attuale Calabria, si insediò un Re Patriarca di nome Italo. La leggenda vuole che questo Re si distinse in vita per saggezza e generosità, conquistando il cuore dei suoi sudditi. Alla sua morte quest’ultimi decisero di assumere il nome di Itali e con il passare del tempo la stessa area geografica venne chiamata Italia.
Dato certo è invece la colonizzazione del territorio da parte di alcune etnie, tra cui: Osci, Bruti, Opici, Ausoni, Aurunci ed altri.
Secondo alcuni storici gli Aurunci erano un popolo iperboreo che invase la Britannia portando con se il culto stellare di Stonehege. Proprio i megaliti scoperti a Nardodipace, provincia di Vibo Valentia, potrebbero ricollegarci alla loro presenza nella Regione. Gli stessi reperti sono stati ritrovati a Malta e si deduce che si sono insediati in diverse località del Mediterraneo, a testimonianza di una civiltà evoluta.
Affonda le sue radici nella leggenda anche la storia di Aschenez: personaggio mitologico e pronipote di Noè, approdato sulla costa a attorno al 2000 A.C., a cui i reggini associano la nascita della città di Reggio Calabria. Ancora oggi una delle più importanti via della città porta il nome di via Aschenez.
Gli storici Tucidide e Diodoro Siculo ci narrano come l’oracolo di Delfi diede indicazioni a una colonia greca, di stirpe jonica, dove fondare una nuova città: “La nel punto in cui l’apsias, il più sacro dei fiumi, nel punto in cui sfocia nel mare troverai una femmina avvinghiata ad un maschio il Dio ti concederà la terra Ausonia”.
Quando giunsero nei pressi del promontorio di punta Calamizzi alla foce del fiume apsias, l’attuale Calopinace, nella località denominata Pallantion, videro una vite avvinghiata ad un fico selvatico. Dalle indicazioni avute decisero di stabilirsi lì e fondarono la prima polis in Calabria. Constatando il clima adatto alle loro esigenze per la coltivazione di grano, vite, ulivo, prodotti necessari e trainanti per l’economia di quel tempo proseguirono la colonizzazione di altre città come Locri. Città fiorente per arte, cultura, artigianato, diede i natali a uomini illustri vedi Zaleuco, primo legislatore del mondo occidentale.
Il suo codice fu ammirato da tutto il mondo greco dell’epoca in quanto, per la prima volta le leggi venivano scritte e quindi sottratte all’arbitrio dei giudici. Questa novità venne evidenziata da Strabone, il quale annotava che, prima della compilazione del codice di Zaleuco, si affidava ai giudici il compito di determinare la pena per ciascun delitto in base a caratteri soggettivi. Successivamente la pena doveva essere uguale per tutti e a tutti nota. Purtroppo di questo codice si trovano pochi frammenti con qualche citazione da filosofi del tempo. Era diffuso il culto della Dea Persefone, venerata nei vari Templi Locresi e oltre. Oggi la statua si trova al Museo di Berlino.
Vi sono altre colonizzazioni nei territori calabresi: Caulonia, Rosarno, Lamezia, Vibo Valentia, Sibari, Crotone e altre città minori dove è possibile ammirare i resti archeologici a testimonianza di questi insediamenti. È impensabile non citare e non ricordare Pitagora, matematico, legislatore e filosofo. Fondatore di scuole che portano il suo nome.
È evidente, dai trascorsi storici, che i Greci furono colonizzatori dell’Italia Meridionale, ma allo stesso modo furono portatori di cultura e civiltà. Ancora oggi nelle zone calabre ci sono paesi in cui tradizioni, lingua e cultura si rifanno a essi.
In seguito a questo fiorente periodo, uomini di elevato spirito continuarono ad arricchire il patrimonio culturale calabrese: Timeo ( filosofo ), Senocrito ( poeta lirico ), Teano e Nosside (poetesse ), Agesidamo ed Eutimo ( atleti e più volte vincitori dei giochi di Olimpia ), Flavio Magno Aurelio Cassiodoro ( prefetto del pretorio dell’Italia meridionale ). Nacquero, invece, in tempi più recenti Gioacchino da Fiore monaco cistercense e filosofo. (Di recente il Presidente degli USA, Obama, ha espresso una nota positiva proprio nei suoi confronti ), San Bruno di Colonia (monaco, fondatore dell’ordine dei certosini per aver fondato nelle località di Serra San Bruno, una Certosa , San Francesco da Paola, l’astronomo Luigi Giglio, o Lilio come latinamente viene chiamato. Nato a Cirò nel primo decennio del XVI secolo, fu l’ideatore del Calendario Gregoriano entrato in vigore per espressa volontà di Papa Gregorio XIII, nel lontano 1582.
Bernardino Telesio di Cosenza ( filosofo ), Tommaso Campanella ( monaco domenicano e filosofo, nato a Stilo ), Francesco Cilea ( musicista e compositore di Palmi ), Vincenzo De Filippis (matematico, filosofo e ricercatore ), Francesco Sofia Alessio ( poeta e umanista nato a Radicena, oggi Taurianova ), Corrado Alvaro ( scrittore, nato a San Luca ).
La lista potrebbe ancora scorrere, ma preferisco fermarmi qui. Per coloro che vogliono intendere, basta quanto ho già espresso. Ragion per cui, invito tutti i Fratelli Iniziati a soffermarsi e riflettere del glorioso, purtroppo ormai trascorso, passato, affinché serva da monito per abbattere questo triste presente. Adoperiamoci, dunque, ognuno per le nostre possibilità e capacità, a invertire questa tendenza negativa per riportare lo splendore in questa nostra amata terra. Non è mia presunzione insegnare niente a nessuno, ne tanto meno non accettare che tutto è un ciclo. Però mi chiedo come mai da una civiltà così prosperosa, siamo diventati così apatici in tutti i settori?
Dedico a questo fiorente passato, a tutti i Fratelli Massoni, in particolare ai Fratelli delle nostre Valli e ai Fratelli Greci, una canzone melodica dei paesi grecanici dal titolo: Ela Ela Mukonda Vienimi a cercare ).
Un Triplice Fraterno Abbraccio,
Fr:. Giuseppe S.
Sito di Nardo di Pace Vibo Valentia
Autore Fr:. Giuseppe S. della C:.A:.M:.E:.A:.