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lunedì 4 luglio 2011

Il Punto all’interno del Cerchio

Comunicazione dell’autore (Michele Barresi) da un lavoro in corso di stampa per i tipi della Tipheret, soggetta alle leggi del Copyright.


Il Punto all’interno del Cerchio

Quello che risulta essere uno dei simboli più antichi della

Tradizione muratoria, è al contempo uno dei meno conosciuti, ma in realtà tra i più importanti.

Nessuno conosce la vera origine di questo simbolo. Ciò che è certo è che si tratta di uno degli emblemi muratori più antichi.

Anzitutto, possiamo dire che esso, come è facile notare, risulta dalla combinazione di due simboli (per questo viene più correttamente definito un “emblema”): il Cerchio ed il Punto.

Sin dalla notte dei tempi la figura del Cerchio è stata considerata dall’uomo un simbolo del Divino, e ciò (solo per citare la più banale spiegazione), per l’attitudine del cerchio a rappresentare simbolicamente Ciò che non ha inizio ne fine.

Stesso discorso possiamo fare per il Punto (la trasposizione grafica dello zero), il quale, è sempre stato parimenti considerato uno dei simboli del Divino, per la sua caratteristica di essere la “forma delle forme”, l’elemento geometrico che, seppur senza dimensioni, è contenuto in tutte le forme geometriche, anzi ne costituisce l’elemento di base.

Il Punto all’interno del Cerchio lo troviamo connesso con i culti solari, la più antica forma di spiritualità conosciuta; molte rovine di antichi templi dedicati al culto del Sole e del Fuoco, infatti, sono di forma circolare, con un altare centrale (il Punto) che corrisponde al Sancta Sanctorum.

Sempre lo stesso simbolo lo troviamo anche in India, terra di antichissime tradizioni spirituali e mistico/religiose ed in molte delle religioni orientali, ad ulteriore riprova della universalità e della vetustà di questo simbolo.

Senza volere (né potere) affrontare le innumerevoli significanze attribuibili a tale emblema, possiamo sinteticamente affermare che esso rappresenta i principi assoluti dell’eterno mascolino e dell’eterno femminino, attributi immanenti del Divino in ogni tempo, che non devono essere assolutamente interpretati nella loro accezione sessuale, ma quale simbolo delle due forze contrapposte (attiva e passiva) che regolano l’Universo.

In questo senso il Punto, simbolo del mascolino, si trova all’interno del Cerchio, simbolo del femminino, a simboleggiare il potere fecondativo e generativo dell’unione degli opposti.

Resta chiaro, e ciò valga quale premessa a quanto segue, che dobbiamo sempre ricordare come ogni Simbolo possa dare luogo a tante interpretazioni diverse, ciascuna di esse restando sempre vera e corretta, almeno fino a quando non sia palesemente contraddittoria con se stessa.

Ecco perché se il punto all’interno di un cerchio possiede diversi significati in molte Tradizioni religiose ed esoteriche, dobbiamo aspettarci che possa essere interpretato in diversi modi (o per meglio dire, a più livelli) anche nella Libera Muratoria.

Anzitutto và detto che il simbolo massonico del punto all’interno del cerchio viene (a torto) considerato quale un elemento riferibile esclusivamente al “terzo grado”, in ragione di un particolare passaggio del rituale di apertura e di chiusura della Loggia in camera di Maestro.

In realtà, se analizziamo i “Catechismi Muratori” di primo grado, a partire dal 1880, scopriamo che in essi tale simbolo viene citato e trattato; ad es., nelle spiegazioni del Quadro di Loggia di primo grado, testualmente leggiamo che “In ogni Loggia regolare, ben formata e debitamente costituita, c'è un punto all'interno di un cerchio intorno al quale i Fratelli non possono errare. Questo cerchio è limitato fra Nord e Sud da due grandi linee parallele, la prima rappresentante Mosè e l'altra il Re Salomone; sulla parte superiore del cerchio poggia il Volume della Legge Sacra aperto, a sostenere la Scala di Giacobbe, e se noi ci convertiamo a quel Sacro Libro e aderiamo alle sue dottrine come quelle due Grandi Parallele, essa ci condurrà a Colui che non ingannerà, né si lascerà ingannare. Passando attorno a questo cerchio noi dobbiamo di necessità toccare ambedue queste linee parallele, come pure il Volume della Legge Sacra: e finché un Massone si mantiene così circoscritto è impossibile che sbagli”.

Questo, pertanto, è il primo (e più comune) significato (per la verità alquanto ermetico) assegnato al simbolo in argomento.

Secondo altre interpretazioni (più recenti), le due linee parallele (tangenti con il cerchio), rappresentano i due San Giovanni, i due eminenti Patroni cristiani della Massoneria.

In questo senso, il punto rappresenterebbe il Sole, ed il cerchio il moto di rivoluzione della terra nei 360 gg. dell’anno, scandito dai due solstizi (invernale ed estivo) rappresentati dai due Giovanni.

Mentre, secondo una visione più “fantasiosa”, il simbolo simboleggerebbe una Loggia massonica nel suo momento più Solenne: quello dell’iniziazione di un profano. Secondo tale interpretazione il punto corrisponderebbe al candidato presso l’Altare, il Cerchio al Santo dei Santi e le due linee rappresenterebbero i Fratelli nell’attesa di vedere l’iniziando prendere la Luce.

Mackey (uno dei padri fondatori della Massoneria moderna), invece, riscontra in questo simbolo un analogia con la Loggia, osservando che come il Venerabile ed i Sorveglianti rappresentano nella Loggia il Sole in tre posizioni, ed essendo la Loggia un simbolo (essa stessa) del mondo (o universo), il cerchio può essere considerato quale rappresentativo della Loggia, il punto corrisponde, invece, al Sole al suo meridiano, e le due linee il Venerabile ed il 1° S. (Sole all’alba ed al tramonto).

Ma vi sono anche delle spiegazioni che ricollegano l’utilizzo di tale simbolo alla Muratoria operativa, nell’ambito della quale lo stesso era già conosciuto.

Come noto, sin dai manoscritti massonici più antichi, la Geometria è considerata il “padre putativo” della Massoneria stessa.

Ciò che è certo è che le grandi Cattedrali europee non furono progettate e realizzate da ignoranti..., tutt’altro. Gli “architetti”, i Maestri del tempo erano persone affatto ignoranti che, a parte la conoscenza tecnica necessaria, possedevano una cultura generale, teorica e anche filosofica, invidiabile.

E certamente essi conoscevano la Geometria, con particolare riferimento ad Euclide. Egli, infatti, nella sua opera “Elementi” (Libro IV) riprende e dimostra una nota proposizione di Talete di Mileto: un angolo inscritto in un semicerchio è un angolo retto”.

Ora, per comprendere l’importanza di tale proposizione per i Muratori operativi, bisogna fare qualche passo indietro.

Gli strumenti utilizzati dai costruttori di cattedrali erano molto simili a quelli usati dai muratori odierni, essi, infatti, utilizzavano maglietti, mazzuoli e martelli; avevano scalpelli e cazzuole proprio come oggi. E, naturalmente, usavano anche il filo a piombo, la squadra, la livella ed il regolo da 24 pollici per misurare, livellare e tracciare il loro lavoro.

A quel tempo la squadra, la livella ed il filo a piombo erano fatti con materiali (diremmo oggi) poveri, quali il legno, la corda ed un piombino.

Era più che essenziale, quindi, un’attenta manutenzione degli strumenti.

Un buon lavoro, infatti, non poteva essere portato a termine con strumenti difettosi. Un edificio retto e diritto (tecnicamente “a squadra”) non avrebbe potuto essere eretto utilizzando squadre, livelle o fili a piombo difettosi.

Ma sappiamo, e lo sapevano anche i nostri antichi fratelli, che il legno si logora quando viene utilizzato sulla superficie ruvida della pietra e si deforma quando viene esposto all’acqua o all’umidità dell’aria.

Il metallo, invece, utilizzato per collegare le due braccia della squadra, era soggetto alla ruggine e poteva allentarsi o rompersi.

Ecco che, conseguenzialmente, le squadre utilizzate dai muratori medioevali erano facilmente soggette a non rimanere “squadrate” a lungo.

Esse dovevano, quindi, essere sottoposte ad attenti e costanti controlli per verificare che possedessero l’angolo giusto (90°).

Fu necessario, quindi, adottare un metodo per misurare, velocemente ed efficacemente, l’angolo della squadra; un metodo talmente efficace che, quando utilizzato, si era certi che un M.M. “non potesse errare”.

E allora come facevano i muratori operativi per provare la correttezza dell’angolo delle loro squadre ?

Ecco che la Geometria Euclidea veniva in loro soccorso.

Leggiamo dal Masonic Handbook edito dalla G.L. di California:

“disegnate un punto qualsiasi su una circonferenza; disegnate una linea che partendo da questo punto attraversi il centro della circonferenza; collegate infine il punto con i punti alle estremità del diametro: il risultato è una squadra perfetta”.

Si tratta, in altre parole, del diagramma con il quale Euclide provò la proposizione di Talete.

Questo era il segreto che i massoni operativi utilizzavano per “provare la propria squadra”. Ecco perché grazie al “centro” un Massone era certo di “non potere errare”.

Ma esiste un metodo alternativo per potere realizzare un triangolo retto (i.e. una squadra), sempre utilizzando la circonferenza ed il suo centro, ma questa volta utilizzando due linee parallele e tangenti la circonferenza stessa.

Per esigenze di spazio evitiamo di esporre la dimostrazione che, però, vedete qui rappresentata graficamente (fonte: Monson, B.R. Geometry in a Nutshell, University of New Brunswick - 2005 ).

Ecco riapparire l’immagine a noi più familiare, il cui messaggio simbolico che ne è derivato è che “quando un massone circoscrive la sua “squadra” tra questi punti, è impossibile che possa essere in errore”.

Come abbiamo detto prima, ognuna di queste interpretazioni è valida ed efficace, nei limiti della premessa che abbiamo fatto, ma, in realtà, nessuna di esse aggiunge nulla all’ermeticità del simbolo stesso.

Seppur, infatti, il Massone può (anzi, deve) approfondire la propria conoscenza nella Sapienza delle tradizioni esoteriche, è altrettanto vero che scopo del suo studio è “l’Uomo”, anzi, per essere più esatti, deve trarre dai suoi studi delle regole di vita e di condotta.

In altre parole, uno scopo etico e morale, il famoso significato “Anagogico”.

E allora, a tale scopo, ci sembra più che pertinente quanto riportato, sul punto, da Fabio Venzi[1] nella sua allocuzione “Per un Canone Massonico”.

In tale scritto, infatti, egli, nel citare un testo di Mircea Eliade (“Immagini e Simboli”), affronta proprio il tema del Centro, così concludendo: «…In particolare, nel primo saggio, “Il simbolismo del "Centro"”, l'autore documenta la forza demiurgica e pervasiva dell'immagine del Centro, inteso come origine, ombelico del mondo, il quale assoggetta l'informe a un ordine superiore e arcano e comunica inoltre con gli uomini, concedendo loro il potere di straordinarie metamorfosi. È con il "Centro" che nella Liberamuratoria un Fratello può ritrovare i misteri perduti dell'architetto Hiram. Infatti, nel Rituale Emulation, durante l'apertura della Loggia nel Terzo Grado, il 1° S. comunica che cercherà di ritrovare i misteri smarriti per la prematura morte di Hiram Abif con l'aiuto del "Centro".

Il 2° S. specifica che il Centro è il punto all'interno di un cerchio dal quale ogni punto della circonferenza è equidistante.

Questa è la spiegazione simbolica, che nasconde esotericamente il vero significato del "Centro". Nella chiusura in 2° Grado, il 1°S., spiegando il luogo dove è situato il Simbolo sacro ritrovato, lo situa nel "Centro" della costruzione e lo definisce "Il Grande Geometra dell'Universo".

Il Centro non è altri che Dio che è misura di tutte le cose e che guida e governa la ricerca del Sapere perduto...»

Ebbene, vedete quanto può essere profondo ed importante il significato di un simbolo troppo spesso dimenticato.

Nel senso speculativo, noi intendiamo il simbolo del punto all’interno del cerchio quale un metodo per valutare e testare la rettitudine delle nostre intenzioni e della nostra condotta, e grazie ad esso regoliamo le nostre azioni con la squadra della virtù, alfine di poter lavorare, “senza errore”, A.G.D.G.A.D.U.

I Massoni Operativi costruirono Cattedrali per esaltare la gloria di Dio; noi, Massoni Speculativi, dobbiamo cercare di costruire il Tempio interiore, per esaltare la Gloria del G.A.D.U.

Entrambe sono costruzioni bellissime, entrambe sono costruzioni massoniche.

Con la collaborazione di Giuseppe Bentivegna



[1] Gran Maestro della Gran Loggia Regolare d’Italia



Comunicazione dell’autore (Michele Barresi) da un lavoro in corso di stampa per i tipi della Tipheret, soggetta alle leggi del Copyright.