Giorgio Napolitano
È la prima volta che un Capo dello Stato viene rieletto per il secondo settennato. Il Capo dello Stato ha accettato la ricandidatura al Quirinale dopo un forte pressing da parte di Pd, Pdl e Scelta civica. Passa dunque per l'attuale inquilino del Colle, 88 anni a giugno, la carta tirata fuori nelle ultime ore da Pd e Pdl, il giorno dopo lo sgambetto a Romano Prodi da parte di un centinaio di franchi tiratori del centrosinistra e l'annuncio da parte di Pier Luigi Bersani di dimettersi dopo il voto per il Capo dello Stato. Napolitano nella mattinata aveva ricevuto Bersani, Berlusconi, il premier Mario Monti e una delegazione di presidenti delle Regioni. Gli è stato rivolto, spiega una nota del Quirinale, «un caldo appello a riconsiderare le ragioni da lui più volte indicate di indisponibilità a una ricandidatura».
Giorgio Napolitano supera il quorum dei 504 voti, venendo così rieletto Capo dello Stato, e scatta la standing ovation dell'Aula della Camera dove il Parlamento e’ riunito in seduta comune.
Dopo i voti congiunti di PD e PDL, la Presidentessa della Camera Laura Boldrini e il Presidente del Senato Pietro Grasso annunciano che, Il 12° Presidente della Repubblica Italiana è stato eletto con 738 voti e si recheranno personalmente a comunicarglielo presso il Quirinale.
Rimane secondo, in ordine di votazione, il giurista Stefano Rodotà (foto), fortemente voluto dal Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo, che non supera quota 217 voti.
De Caprio ne ha presi 8, 12 le nulle, 10 le bianche e 6 le schede disperse. Preferenze anche per D'Alema (4), Prodi (2), Berlusconi (2), Schifani (1), Guccini (1). I presenti alla sesta votazione sono stati 997.
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