venerdì 30 settembre 2011
Chiariamoci le idee sulle sephiroth
Il fratello G. L. M.V. della Loggia Keter di Catania mi da lo spunto per scrivere qualcosa che metta in guardia contro l’azione di disinformazione che può essere fatta dalla lettura di lavori estratti da Internet.
Nel caso di cui tratteremo si voleva dare a Da’at la nobiltà di sephirah.
Ma vediamo come vanno le cose.
Caro Giovanni,
in realtà esiste una certa confusione su Da’at, la cosiddetta undicesima sephirah.
Il lavoro che mi hai mandato inizia:
Il Sefer Yetzirà, il più antico testo di Cabala, nel capitolo primo, afferma in modo perentorio:
“Dieci è il numero delle Sephiroth ineffabili, dieci e non nove, dieci e non undici. Intendi con sapienza, e sii saggio con intelligenza, investiga questi numeri, e trai da loro conoscenza, il disegno è fisso nella sua purezza, e riporta il Creatore nel Suo luogo.”
L’affermazione sul numero totale delle Sephiroth non sembrerebbe lasciare alcun spazio ad interpretazioni differenti.
Ti dico subito che se lo avessi scritto io non avrei adoperato il condizionale, ma il presente ed addirittura avrei scritto “non lascia spazio ad interpretazioni differenti”.
Nello stesso lavoro che mi invii trovi:
a) Per cercare di riconciliare la presenza di Da’at con l’affermazione del Sefer Yetzirà, che sembra escludere un’undicesima Sephirah, vengono solitamente forniti i seguenti motivi. Da’at è una proiezione di Keter nei piani inferiori. Per sua natura, Keter è remota ed inaccessibile, trascendente, al di là di ogni pensiero e parola. Per potere svolgere la sua funzione di forza unificante, Keter opera una “discesa” nell’Albero, e diventa Da’at. Quindi, se si conta Keter non si conta Da’at, o viceversa. Le sephiroth rimangono dieci.
b) ….non nove.…non undici.
giovedì 29 settembre 2011
DECLARACIÓN DE QUITO
Clausuradas Asamblea General y Coloquio de FASCREAA y de CIMAS
martedì 27 settembre 2011
8ème journée citoyenne - L'avenir de l'homme jusqu'où peut-on aller trop loin ?
Conférence publique à Nancy le samedi 1er octobre 2011 de 9h à 17h, salon d'honneur de l'Hotel de Ville, 54100 Nancy.
lunedì 26 settembre 2011
La Nuova Astrologia e suoi collegamenti con la Cabala
Nei secoli scorsi, l’Astrologia era decaduta fino a diventare sinonimo di superstizione, di predizione del fato, di conoscenza superficiale e banale, adatta forse al popolino, ma non agli studiosi seri.
Non bisogna dimenticare però che, fino all’Illuminismo, l’Astrologia era parte integrante del sapere e della cultura, e molti dei grandi personaggi della storia di ogni tempo se ne occuparono in misura anche approfondita.
La tradizione ebraica non sfuggì a ciò. Il più grande commentatore della Torà che si occupò anche di Astrologia fu Avraham Ibn Ezra , nel Medioevo, ma sia prima che dopo l’Astrologia trovò un’accoglienza di tutto rispetto nella tradizione ebraica.
Chi ha letto la Bibbia assimilandone solo il valore letterario sarà molto meravigliato di questa affermazione.
Ci sono, infatti, veementi proibizioni nella Torà contro l’utilizzo di pratiche divinatorie, oltre che contro l’idolatria di stelle e pianeti.
Spero di riuscire a dimostrarvi che esiste un modo di interessarsi di Astrologia che non è né divinazione né idolatria.
Lo stesso Talmud dice (Shabbat 75a): Rabbi Shimon ben Pazi disse nel nome di Rabbi Yehuda ben Levi: "Colui che sa calcolare tequfot ve-mazalot ( È la scienza dei cicli e dei segni zodiacali), ma non lo fa, di lui le Scritture dicono: Non hanno guardato l’opera del Signore, e il lavoro delle Sue mani non hanno osservato".
Rabbi Samuele figlio di Nachmani disse in nome di Rabbi Yochanan: Come sappiamo che è una mitzvà (un precetto religioso) per l’uomo, il calcolare tequfot ve-mazalot?
Poiché è scritto: "Perché questa è la vostra sapienza ed intelligenza agli occhi dei popoli" .
Qual è la sapienza e l’intelligenza agli occhi dei popoli? È la scienza dei cicli e dei segni zodiacali (tequfot ve-mazalot).
Il Talmud dice esplicitamente che l’occuparsi di tequfot ve- mazalot è una cosa buona ed importante.
L’espressione ebraica tequfot ve-mazalot è molto precisa: tequfot
significa "equinozi e solstizi", in genere dunque tempi e misure (Astronomia). Mazalot invece significa "segni zodiacali", "fortuna", dunque Astrologia.
In realtà, in passato Astronomia ed Astrologia erano due aspetti di un’unica scienza. Non lo possiamo affermare senza entrare in contraddizione con Tolomeo che presenta l’astrologia come fantasia basta sull’astronomia ma che non ne ricopre precisamente nessuno dei criteri scientifici.
Nella continuazione del brano, il Talmud addirittura lega ciò con uno dei più bei versi della Torà: "Poiché questa è la vostra sapienza ed intelligenza agli occhi dei popoli".
Proprio con l'interpretazione delle parole del Talmud l'Astrologia trova i suoi riscontri nella Cabala, addirittura nell'Albero della Vita dove trovano conforto parole usate dalla Torà nel definirla: "essa è la vostra sapienza…", Chokhmà (Sapienza), l’emisfero cerebrale destro, il simbolo, l’intuizione, il linguaggio mitico, la corrispondenza esoterica, il sogno.
Questo è l’aspetto astrologico di ciò che in altri brani il Talmud chiama: chokhmat ha kokhavim ve ha mazalot, "il sapere di stelle e segni zodiacali".
"…E la vostra intelligenza": questo è l’emisfero cerebrale sinistro, Binah
(Intelligenza), la logica, il pensiero verbale e matematico, la precisione, l’esattezza.
Questo è l’aspetto astronomico della "saggezza di stelle e segni zodiacali".
Se ci rivolgiamo alla letteratura cabalistica le cose diventano ancora più chiare.
Uno dei tre più importanti libri di tutta la Cabalà: il Sefher Yetzirah (Libro della Formazione) ci offre una dettagliata corrispondenza tra lettere ebraiche da una parte, e pianeti, segni zodiacali ed elementi dall’altra.
Il Sepher Yetzirah è alla base dell’astrologia cabalistica.
Sin dal I Capitolo allorché si parla delle 22 lettere dell’alfabeto con cui Dio creò il mondo.
Tre di queste lettere:
Shin-Alef-Mem m a c sono dette madri e rappresentano i tre elementi della tradizione empedoclea: acqua-aria-fuoco,
altre sette di queste lettere rappresentano i sette pianeti (considerando i due luminari e i cinque pianeti della tradizione): Bet- Dalet- Ghimel- Kaf- Phe- Resh- Taw b g d k p r t mentre le restanti dodici lettere rappresentano i 12 segni zodiacali.
Ancora in 1:8 del Sepher Yetzirah si fa riferimento alle dieci Sephirot che molti cabalisti considerano in analogia coi pianeti,
In 5:4 sono citate le 12 costellazioni dell’universo (i cui nomi corrispondono ai 12 segni zodiacali). Unendo la lettera del segno zodiacale col proprio rispettivo elemento (Aria-Fuoco-Acqua-Terra), avremo 12 radici per ciascuno dei 12 segni zodiacali. Da queste radici e talora dalle loro ghematrie (ogni numero è lettera ed ogni lettera è numero) è possibile raccogliere qualche indicazione sul significato del segno zodiacale.
Per i segni di Terra, mancando la corrispondente lettera ‘madre’, varrà l’unione di ciascuna lettera della triplicità di Terra con la lettera Mem (acqua).
Abbiamo così, unendo la Alef a alle lettere dei tre segni di Aria:
z a Az (Gemelli) che significa ‘allora’,
l a El (Bilancia) che è uno dei nomi di Dio,
x a Atz (Acquario) che significa ‘affrettarsi’.
Unendo poi la lettera Shin c alle tre lettere dei segni di Fuoco:
h c Sheh (Ariete) che è il capo del gregge e il cui valore numerico, 305, forma significative ghematrie:j x r w a Or Tzach ‘Luce ripulita’ e h l r u Orlah ‘Prepuzio’.
Dall’unione delle lettere corrispondenti agli altri due segni di fuoco abbiamo: f c Shat (Leone) che significa ‘ribelle’ e
s c Shas (Sagittario), le cui due lettere rappresentano Shishah Sidrey (‘Sei ordini’), cioè l’abbreviazione dell’intero Talmud e la cui principale ghematria, con valore di 360, è y l k c Sikhli ‘intellettuale’.
L’unione della Mem m con le lettere della triplicità di Acqua forma rispettivamente:
Cham (Cancro) che significa ‘caldo’,
Min (Scorpione) cioè ‘sesso’ o ‘specie’ e
Mem-Quf (Pesci) radice che indica lo ‘stare in piedi’, il ‘sostenere’.
Infine, l’unione della stessa lettera madre, la Mem, con le lettere della triplicità di Terra forma:
Mu (Toro) cioè il suono onomatopeico dell’animale,
Mi (Vergine) che significa ‘Chi?’ e bene indica la curiosità dei nativi di questo segno zodiacale, e ancora:
Am (Capricorno) che vuol dire ‘popolo’.
Volutamente trascuriamo il significato ghematrico del segno zodiacale in quanto la nostra non conoscenza del significato cosmologico delle lettere dell'alfabeto ebraico non ci consente di addentrarci in un campo che solo un sapiente ebreo potrebbe osare esplorare.
Il nostro interesse è quello di mettere in luce i rapporti, straordinariamente intimi tra Cabala e Astrologia ed in questo senso procediamo.
Citiamo un brano dello Zohar (II 76a), molto istruttivo: Nel firmamento superiore, che ricopre il tutto, sono incisi dei segni, affinché loro tramite si possano contemplare e si possano conoscere parole e segreti nascosti.
E questi sono i segni delle stelle e dello zodiaco, che sono stati incisi in quel firmamento che circonda il tutto. Così anche sulla pelle che ricopre il corpo ci sono dei segni e delle forme, che corrispondono a quelli delle stelle e dei pianeti. Attraverso ciò, i saggi del cuore osservano direttamente i segreti superni, ed è questo il significato profondo del verso: "gli osservatori del cielo, coloro che guardano le stelle…" .
Tutto ciò appare nel contesto di un capitolo di Isaia tutt’altro che favorevole agli astrologi, dal punto di vista letterale!
È, niente meno, una serie di rimproveri che il profeta muove ai babilonesi, e a tutto ciò di cui loro avevano fiducia, astrologi ed oroscopi compresi. Tutto ciò è vano, dice Isaia, poiché non potrà salvarli dalla caduta.
Lo Zohar (il Libro dello Splendore), con un inaspettato salto di qualità, capovolge il senso letterale del verso, e lo applica al positivo ai "saggi del cuore" (un’altra espressione che unisce la sapienza e l’intelligenza), che sanno utilizzare l’astrologia non come divinazione o idolatria, ma come strumento di indagine delle "opere delle mani di Dio", per scoprire i segreti sublimi contenuti nel firmamento, che è un po’ come la pelle dell’universo.
(Bella questa visione che ci ricorda Aristotele.)
Dunque l’astrologia è una delle discipline del vasto mondo della sapienza esoterica.
Non solo: essa si trova proprio agli inizi della scala.
Non a caso ne parla il Sefher Yetzirah (libro della Formazione), che corrisponde al Mondo della Formazione,
il secondo dal basso dei quattro mondi spiegati dalla Cabalà.
Si tenga presente che nel nostro cammino evolutivo partiamo dal più basso
dei quattro mondi, quello dell’Azione dove ciò che conta è l'agire, i risultati, la materia, dove il male tende a prevalere).
Il successivo livello che troviamo salendo è quello della Formazione o dell'Emozione, il mondo degli archetipi, dei simboli, degli angeli, dove male e bene sono presenti insieme, l’entrata nel dominio dello spirito.
Nel terzo mondo, dell'Intelletto, il bene prende il sopravento sul male per raggiungere l'apoteosi nel quarto mondo, in Keter attraverso l'Intelligenza e la Saggezza.
L’Astrologia è dunque un’ottima introduzione per coloro che desiderano entrare nel mondo dei simboli, dei miti, dell’aspetto sottile e paradossale della realtà.
In definitiva, dato che la Cabala è lo studio dell’insieme di tutte le corrispondenze presenti
nella creazione, la vera Astrologia non è altro I Quattro Mondi della Cabala
che uno dei vari settori della Cabala.
I legami tra moti celesti e faccende umane può venire compreso, nella sua completezza e precisione, solo tramite le corrispondenze tra segni, pianeti, elementi e lettere ebraiche.
Veramente, c’è sempre stata una forma di Astrologia molto lontana dalla descrizione ideale e mistica che ne abbiamo appena dato.
Fin dalle sue origini, essa è stata vittima di una forte tendenza fatalistica.
In molti hanno creduto che le stelle fossero gli inesorabili giudici delle vicende umane, o peggio, che fossero delle divinità superne.
Basti pensare che i nomi dei pianeti, nelle lingue occidentali, sono tutti nomi di divinità del pantheon greco e latino.
Ma, parallelamente a ciò, è sempre esistita la tradizione esoterica, illuminata dal brano precedente dello Zohar.
Negli ultimi decenni, c’è stata in occidente una riscoperta dell’Astrologia pura, liberata dagli influssi dualisti e negativi.
Questa è chiamata Nuova Astrologia o Astrologia Umanistica.
La Nuova Astrologia è una reinterpretazione dei principi dell’astrologia tradizionale iniziata negli ultimi decenni, principalmente negli Stati Uniti, da un gruppo di pensatori il cui massimo esponente è Dane Rudhyar .
In particolare, Dane Rudhyar fondò una scuola chiamata di "Astrologia Umanistica", che rappresentò la punta di diamante della Nuova Astrologia.
Nasce dall’incontro del simbolismo astrologico con la psicologia umanistica, in essa confluiscono e si integrano riflessioni e correnti di pensiero provenienti da varie direzioni, dalla psicologia junghiana all’Esoterismo orientale e occidentale; dalle ideologie libertarie ispiratrici della protesta giovanile durante gli anni ’60 e ’70 ed in particolare alla filosofia "olistica" secondo la quale l'organismo costituisce una totalità organizzata non riconducibile alla semplice somma dei suoi componenti, ciò vale per il Microcosmo come per il Macrocosmo.
L’argomento è stato ripreso ed approfondito da alcuni psicoterapeuti americani ed inglesi, quali Liz Green, S. Arroyo , H. Sasportas ed altri.
Ogni singolo individuo fa parte del Tutto risente di ogni variazione cosmica come parte indivisibile dal Tutto.
Essa non si basa su di un rapporto dipendente di Causa – Effetto, tra i moti di astri e pianeti e gli avvenimenti umani o terreni.
Tra i piani celeste e terreno esiste invece una relazione di "sincronicità"; cioè un evento che accade in un luogo, ad un determinato momento, contiene in sé una qualità che lo connette in modo acausale (sincronico e simbolico) con quanto sta accadendo altrove.
È per ignoranza o cecità che le nostre esistenze ci appaiono così paurosamente insicure, continuamente minacciate da eventi improvvisi, per cercare di far fronte ai quali ci affanniamo a costruirci delle sicurezze esteriori, lottando gli uni contro gli altri, e contro la natura.
Tutto l’universo è in realtà un meraviglioso insieme organico, dotato di una vita complessa ma ordinata.
Tutte le specie viventi e inanimate, tutte le energie note e quelle sconosciute, interagiscono in un unico processo dinamico, partecipi di un’unica volontà di crescita armonica globale.
Le persone umane sono parti integranti di questo Tutto; la loro esistenza è voluta dallo sforzo di quanto le precede sulla scala evolutiva e tende alla condizione che la segue, cioè ad un livello di maggiore consapevolezza e perfezione.
Ogni singolo componente di questo insondabile organismo ha in sé l’istruzione genetica e le conoscenze inconsce riguardanti sia la finalità cui tende l’intero processo evolutivo, sia il ruolo individuale che esso deve svolgere per collaborare compiutamente a tale fine.
La maggior parte degli astrologi si occupa di cercare di prevedere l’accadere di eventi esterni, o di saper scegliere o evitare il momento per intraprendere determinate azioni.
Ve ne è anche una minoranza che si occupa anche dei problemi psicologici derivanti da tali fatti esterni, ma in tutti e due i casi l’attenzione è centrata intorno all’evento esterno piuttosto che interno alla persona
La Nuova Astrologia si basa sull’assunto che luogo e momento di nascita di ognuno sono stabiliti da un ordine sottile, insito nella natura più profonda del processo "olistico" di crescita cosmica, e che tale ordine corrisponde per "sincronicità" a quello indicato dagli astri in quel luogo e momento precisi. Non solo, ma le forme e i modi con cui potrà avvenire lo sviluppo armonico delle potenzialità iniziali sono suggeriti dal successivo moto di astri e pianeti, studiati dall’Astrologia con le tecniche delle Progressioni e dei Transiti.
L'ordine cui si fa riferimento è però di natura essenzialmente "sacra" , sarà quindi libero da quel carattere costrittivo, di privazione della libertà, tipico degli ordini sociali, delle religioni e quindi l’individuo in questione sarà libero di scegliere se realizzarlo o meno.
Ora, le qualità individuali segrete dello spirito che in quel momento si è incarnato, sono contenute nelle qualità simboliche possedute dall’intero universo, come viene visto dal luogo specifico dello spazio e dal momento specifico del tempo ove la nascita è avvenuta.
La carta natale è il "mandala" del processo di "individuazione", secondo la terminologia junghiana.
Concetto questo che somiglia molto alla ipotesi da noi avanzata, parlando della Creazione, dell'esistenza di uno "spirito individuale" che è parte dello "Spirito Infinito". Ci siamo! Ipotesi che viene rafforzata riproponendo il problema in termini di filosofia "olistica".
Attraverso di esso la persona, chi potrà, giungerà a scoprire la sua individualità più profonda, l’unicità ultima che ne fa un essere del tutto irripetibile ed originale; e al culmine di tale scoperta realizzerà contemporaneamente la sua unità con gli altri esseri membri del Tutto. Quindi tutti noi siamo importanti, dal più umile al più forte; e chi le capisce queste cose non può lasciare che chi non ne capisce una H prevarichi senza tregua e detti le proprie leggi dell’aut-aut, al meno non nel mondo cosi raro e fragile e prezioso dove uomini liberi sono entrati per scoprire queste bellezze, scambiarsi questi affetti e tentare di irradiare in direzione di chi sta nell’oscurità.
Al livello dell’ego prevale invece la sensazione di essere separati dagli altri organismi, e la convinzione di doverli affrontare e combattere per affermare la propria esistenza.
Di qua tutti i conflitti, paure, ambizioni, pene cui ci ha abituati la storia… recente.
Il linguaggio simbolico degli astri, il cui ordine e la cui manifesta bellezza è immagine sincronica di un eguale ordine e bellezza soggetti alle alterne vicende umane dovrebbe portare l'umanità ad acquisire il senso dell'armonia e dell’unità che sta alla base di tutti gli eventi.
Tale realtà può essere scoperta pienamente soltanto nell’abbandonare il centro egoico (centralità dell'io) della coscienza separata, e nel ritrovare il vero sé, costituito dai tratti costanti della personalità di ogni individuo che li percepisce come continui nel tempo e in relazione con gli altri.
L'astrologo serio, mentre può scoprire i segni che caratterizzano periodi particolarmente intensi e decisivi del ciclo vitale, momenti che richiedono una presa di coscienza essenziale, non può affatto sapere se la persona in questione acconsentirà o meno alle richieste postegli dalla nuova situazione all’orizzonte, né potrà con certezza conoscere a quale livello, se fisico o culturale o spirituale, la persona sarà in grado di recepire e di rispondere al messaggio cosmico che lo interessa.
Il "libero arbitrio", è quindi intoccato da ogni determinismo o fatalità.
Una certa determinazione di quello che è il piano di evoluzione cosmica già esiste, ed è il Progetto Divino che vuole portare l’umanità intera, e con essa la natura, al massimo grado di realizzazione della beatitudine, della bellezza e della sapienza.
Ma i tempi, i modi, le forme con cui questo piano si sviluppa restano avvolti nel mistero del Sacro, ed è solo con sforzo cognitivo ed energia creativa che gli individui arrivano a percepirli ed talvolta ad attualizzarli.
Non esistono più pianeti benefici o malefici, aspetti belli o brutti, segni buoni o cattivi.
Ogni elemento di un tema natale ha in sé potenzialità che si trovano al di là di ogni giudizio moralistico, esse semplicemente "sono".
Spetterà poi alla libera volontà e conoscenza della persona scegliere se utilizzarle in modo consono allo sviluppo della Conoscenza sua e del suo Spirito (anche questo visto in modo olistico), oppure se volgere le sue doti creative in intendimenti egoistici e distruttivi.
Niente in un tema natale può indicare se la persona sceglierà l’una o l’altra via.
In conclusione si può quindi affermare che secondo l’approccio umanistico, il valore dell’Astrologia natale non sta tanto nel predire eventi o nell’analizzare caratteri, quanto nell’agire come strumento di attualizzazione del potenziale individuale, ed eventualmente anche di auto-trascendenza, aiutando la persona a realizzare la sua missione di innalzamento o di caduta del suo "spirito individuale" (per tutto il tempo che sarà incarnato in lui) in base al progetto Divino che al termine della sua realizzazione, eliminando, per annichilimento, ogni dualità riporterà Tutto allo "0", al "." da cui l'Universo ebbe inizio.
La scuola umanistica ed esoterica dell’Astrologia pone attenzione non solo ai cicli personali ma anche a quelli collettivi, il più importante dei quali è attualmente il passaggio del punto equinoziale dalla costellazione dei Pesci a quella dell’Acquario, passaggio che segna l’inizio della cosiddetta "Nuova Età".
È quindi costante nella Nuova Astrologia l’attenzione, la lettura e la decifrazione di tutti i "segni dei tempi", per cogliere le opportunità collettive che aprono la via verso un’umanità nuova e rigenerata.
E ciò ci porta, come abbiamo già detto, verso quella che è la dimensione ultima della Nuova Astrologia: uno strumento di indagine metafisica della creazione, un sistema meditativo ed estatico, profondamente esoterico sia nella sua essenza che nei suoi strumenti.
Specie con l’aiuto che essa riceve dalla sapienza cabalistica, la Nuova
Astrologia diventa uno studio dell’alfabeto archetipo col quale è stato scritto il DNA dell’universo.
Suo tramite vengono tradotti i messaggi di sapienza superiore che Dio ha scritto nell’ordine cosmico, e nei quali sono contenuti anche i singoli consigli specifici adatti e diretti a ciascuno di noi, come parte integrante ed essenziale del Tutto.
“Esoterico” viene da “NISTAR”, “segreto”, “nascosto”. (Penso sia sanscrito).
Altri termini correlati alla medesima radice sono l’inglese “star” (stella).
Da STR viene il nome di Ester, l’eroina della storia di Purim nella Bibbia; il nome Istar, la musa della conoscenza esoterica in Mesopotamia.
Tra i termini italiani legati alla radice STR troviamo “siderale” (“t” e “d” sono intercambiabili), cioè “appartenente allo spazio cosmico”.
Ciò dimostra e conferma come il primo approccio all’Esoterismo possa avvenire anche tramite l’Astrologia.
Altri termini italiani vicini alla stessa radice sono: “misterioso” e “strano”.
Infatti, nel passato la conoscenza esoterica veniva tramandata da maestri a discepoli in gruppi molto ristretti.
Accedervi era ben difficile, e l’aspirante doveva possedere tutta una serie di requisiti umani e morali, onde garantire che egli non si servisse delle potenti conoscenze per scopi meschini o criminosi.
Ma il mito di Prometeo si è ripetuto, e con la scienza e la tecnologia moderne il sacro fuoco è stato preso dal luogo protetto ove veniva custodito e portato al grande pubblico.
Il compito dell’Esoterismo è diventato ancora più cruciale.
Oggi l’umanità ha acquisito i poteri superiori (la capacità di viaggiare in fretta, di volare, di “telecomunicare”, di espandere la forza del pensiero, di allungare la vita usando particolari medicine, ecc.) ma non ha ancora acquisito la sapienza necessaria ad usarli senza riceverne effetti negativi.
Scienza e tecnologia sono frutti dell’albero della conoscenza; l’Esoterismo è il frutto dell’Albero della Vita.
In esso le conoscenze sono unite e integrate armoniosamente, sono “olistiche”, e come tali favoriscono la vita in tutte le sue manifestazioni.
L’Esoterismo è la lingua universale che permette di riscoprire l’unità del messaggio superiore.
Occorre però fare attenzione poiché anche per l’Esoterismo, come per tutte le cose buone e preziose, esistono dei falsi che tentano di imitarlo.
C’è un falso Esoterismo che mira unicamente al rafforzamento e alla glorificazione del piccolo “io” o “ego”, quella parte della coscienza che è prigioniera dei quattro istinti animali fondamentali: sopravvivenza, potere, sessualità, territorialità. Si tratta della magia, nelle sue varie forme: da quelle popolari e folcloristiche a quelle più sofisticate e raffinate, da salotti di alta società.
Il vero Esoterismo invece è la scoperta del Sé superiore, il cui benessere è sempre in accordo col benessere di tutta l’umanità e di tutto il cosmo.
Il Sé è la propria individualità più segreta, più vera, è la conoscenza dei propri talenti e doni più unici, del proprio posto e ruolo nella società e nel mondo.
La felicità e il senso di completezza provengono dal trovare tutto ciò e dal realizzarlo.
L’insufficienza delle conoscenze scientifiche nel guidare il nostro viaggio nello spazio può venir compresa anche facendo riferimento alla struttura cerebrale e mentale umana, rinchiusa nella disuguaglianza tra i due emisferi cerebrali, destro e sinistro.
Com’è noto, i modi di coscienza loro correlati sono molto diversi:
Quello destro è più intuitivo fantasioso, paradossale.
Quello sinistro è più rigoroso, razionale, logico.
Destra e sinistra, mito e scienza.
Nel lontano passato ha prevalso da prima l’emisfero destro, col trionfo delle religioni e dei miti popolari.
Da qualche centinaio di anni (dalla rivoluzione francese in poi) l’emisfero sinistro ha preso il sopravvento, con l’affermarsi del positivismo e con la rivoluzione scientifica.
Ora è tempo di fare un passo ulteriore, che unifichi il meglio di entrambi. Ciò necessita la riscoperta del meglio di ciò che l’emisfero destro (Chokhmà - Sapienza), l’emisfero cerebrale destro, il simbolo, l’intuizione, il linguaggio mitico, la corrispondenza esoterica, il sogno, ha da dare, insieme all’abbandono del peggio di ciò che proviene dal sinistro (Binha - Intelligenza, la logica, il pensiero verbale e matematico, la precisione, l’esattezza cui spesso si associano la falsa sicurezza nell’onnipotenza scientifica, il sospetto verso tutto ciò che non è razionalmente chiaro).
Così facendo arriveremo alla via di mezzo, alla via regale, all'equilibrio che ha il suo culmine in Keter.
Così facendo svilupperemo il terzo cervello, il terzo occhio, la visione tridimensionale della coscienza.
L’Esoterismo è la porta a ciò, e l’Astrologia è “l’abc” dell’Esoterismo.
Eccovi una sorpresa: questa immagine vorrebbe significare l'influenza che ogni costellazione ha sull'organismo umano e sui suoi organi.
Crederci o no? Non lo so.
Sta di fatto che io sono un Capricorno ed il mio punto debole sono proprio le ginocchia. Mah!
Comunicazione dell’autore (Michele Barresi) da un lavoro in corso di stampa per i tipi della Tipheret, soggetta alle leggi del Copyright.
domenica 25 settembre 2011
La marcia della Pace, Perugia-Assisi
venerdì 23 settembre 2011
Application du principe de Laïcité et des valeurs républicaines.
Les Francs Maçons du Grand Orient de France, réunis en Assemblée Générale à Vichy le 3 septembre 2011, interpellent les pouvoirs publics afin qu’ils mettent un terme à la dérive visant à travestir des activités cultuelles en opérations culturelles permettant ainsi de contourner la loi de 1905 et le principe de la Laïcité.
Les dernières décisions du Conseil d’État du 19 juillet autorisant le financement, sur fonds publics, des cultes catholiques et musulmans ne font qu’aller dans ce sens et conduisent à la remise en cause de la loi 1905 qui interdit dans son article 2 de tels financements.
Les Francs Maçons du Grand Orient de France demandent aux pouvoirs publics de conforter par tous les moyens législatifs et réglementaires l’application du principe de Laïcité et des valeurs républicaines.
Paris, le 12 septembre 2011
La Palestina chiede il riconoscimento dell'ONU
"L'Italia deve tornare a crescere unita, con l'assillo di dare una scossa al muro della disoccupazione giovanile"
"L'Italia deve tornare a crescere unita, con l'assillo di dare una scossa al muro della disoccupazione giovanile"
"Questa è la cerimonia più bella e gioiosa che ospitiamo: perché voi ragazze e ragazzi di ogni età, siate ancora agli inizi o verso la conclusione del vostro percorso scolastico, trasmettete freschezza, slancio, curiosità e apertura al futuro, siete portatori di speranza. Ma nello stesso tempo richiamate tutti noi che abbiamo responsabilità nella guida del paese, al dovere di darvi speranza, al dovere di darvi seriamente motivi di fiducia nel domani. E questo rende - innanzitutto per me che vi parlo - anche molto impegnativa questa cerimonia, questa occasione di incontro". Così il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, si è rivolto agli studenti e agli insegnanti che hanno affollato il Cortile d'onore del Palazzo del Quirinale per la cerimonia di apertura dell'anno scolastico 2011-2012.
"Celebrando il 150° anniversario dell'Unità d'Italia - ha proseguito il Capo dello Stato - ho messo in evidenza come dalla nostra storia ricaviamo motivi di orgoglio per quello che abbiamo costruito e di fiducia per come l'Italia ha saputo superare momenti drammatici, prove molto dure e difficili. Ma riflettendo sul passato, sul lungo cammino percorso e soprattutto sull'oggi, dobbiamo sapere che è venuto un altro di quei momenti in cui bisogna riuscire a fare egualmente un grande sforzo - noi italiani, noi Italia unita - per garantirci un degno futuro, per garantirlo alle generazioni più giovani".
Il Presidente Napolitano ha quindi sottolineato il contributo "determinante e straordinario" offerto dalla scuola alle celebrazioni del 150° anniversario dell'Unità d'Italia: "Non potremmo parlare di una grande risposta collettiva, di una grande mobilitazione come quella che c'è stata in tutto il paese, senza il vostro apporto di idee e di energie, senza l'entusiasmo da voi profuso. Avete mostrato grande convinzione ideale nel riconfermare il valore storico e attuale di un'Italia unita, rispettosa dei principi democratici incardinati nella nostra Costituzione, capace di contare nel mondo d'oggi".
Venendo alla situazione generale del Paese, il Capo dello Stato ha ricordato che "il 2011 è stato un anno estremamente difficile, e non solo per l'Italia. Penso che nelle vostre case il peso delle gravi difficoltà che l'Italia sta affrontando si sia fatto sentire e si avverta il rischio cui è esposto il paese nel quadro europeo. Voglio esprimere l'augurio che l'anno prossimo il nostro incontro si svolga in un'atmosfera nazionale e internazionale più serena. Ma perché questo accada occorre essere in tanti a fare ciascuno la sua parte". Per il Presidente Napolitano "la scuola costituisce un motore fondamentale del rinnovamento etico e del benessere dell'intera società". E' quindi "giusto e necessario che, nella scuola come in ogni altro ambito, il merito sia premiato, ma bisogna anche che sia reso possibile e promosso. Non si possono contrapporre il perseguimento dell'uguaglianza, da una parte, e la valorizzazione del merito, dall'altra". "Se c'è una maggiore uguaglianza di opportunità, si possono mettere tutti in condizione di meritare e anche far emergere con più facilità le eccellenze. Le eccellenze, una volta emerse, vanno accompagnate nella loro crescita: perciò si deve apprezzare l'iniziativa che consentirà a quegli studenti, che non solo hanno ottenuto ottimi risultati all'esame di maturità ma che hanno anche superato speciali test, di frequentare - sostenuti da borse di studio - Università e centri di ricerca fuori sede". E c'è "ancora molto da fare in questo senso, oltre tutto quel che si è riusciti a fare nei decenni dell'Italia repubblicana. Dobbiamo dare a tutti i talenti l'occasione di esprimersi, dobbiamo avere sempre più giovani che ricevano nelle nostre scuole e nelle nostre Università una formazione che regga nel confronto internazionale".
Il Capo dello Stato ha anche fatto riferimento al "dato davvero preoccupante dei troppi bravi nostri laureati che per necessità lasciano ogni anno il nostro paese, non trovando lavoro qui, e che nonostante recenti provvidenze di legge difficilmente poi rientrano". "Tocchiamo così - ha proseguito il Presidente - il duplice problema che ci preme guardando ai giovani : una scuola sempre migliore e possibilità di occupazione effettiva e qualificata, in Italia, per quanti abbiano acquisito una buona formazione. Una scuola aperta e migliore, una scuola inclusiva, che accoglie come è giusto i bambini di ogni colore figli dell'immigrazione, una scuola moderna, richiede una quota adeguata di risorse nell'ambito del bilancio dello Stato. Ve ne parlo non dimenticando neppure per un istante che ci stiamo facendo duramente carico - nel quadro della crisi dell'Eurozona - dell'obbiettivo ineludibile dell'abbattimento del peso abnorme del nostro debito pubblico. Guai a non farcene carico : non possiamo lasciare sulle spalle delle generazioni più giovani quella montagna di debito. Ma proprio nell'affermare criteri di massimo rigore e di effettiva produttività nella spesa pubblica, nel mettere mano a una sua profonda revisione e selezione, è possibile e necessario stabilire un nuovo ordine di priorità, nel quale non sia riservata alla scuola una collocazione riduttiva, attribuendo una quota chiaramente insufficiente alle risorse per l'istruzione, l'alta formazione, la ricerca".
"L'Italia - ha concluso il Capo dello Stato - si sta cimentando con precisi impegni di riequilibrio finanziario ; deve ora affrontare senza indugio la sfida del tornare a crescere, del crescere di più e meglio, del crescere unita. Deve affrontare questa sfida con l'assillo di dare una scossa al muro della disoccupazione giovanile : che è l'assillo di tante famiglie, e anche il mio. Ebbene, per darci una solida e duratura prospettiva di crescita voi offrite la risorsa più preziosa, quella che chiamiamo capitale umano. Abbiatene cura voi stessi, ragazze e ragazzi, e con voi gli insegnanti e le famiglie. Ne abbia cura chi è chiamato a rappresentarvi nelle istituzioni, nella politica, nelle relazioni internazionali".
Tratto da: www.quirinale.it
mercoledì 21 settembre 2011
Estratto da una relazione del F:. Benedetto, Presidente del Gruppo Ricerca della Gran Loggia Alpina, Svizzera
sabato 17 settembre 2011
Gran Loggia Amministrativa C:.A:.M:.E:.A:. ottobre 2011
Oriente di Reggio Calabria 17 settembre 2011 E:.V:. - 6011 A:.V:.L:.
La Gran Segreteria è lieta di ufficializzare a tutti i Cameini ed i Massoni che saranno formalmente invitati, la data della prossima GRAN LOGGIA AMMINISTRATIVA con i relativi dettagli.
La G:.L:. Amm. si terrà il 7\8\9 ottobre 2011 tra i monti della Sila, nelle valli calabre.
Il programma dei lavori sarà estremamente interessante e ricco di momenti di crescita comunitaria e Fraterna.
Vi saranno due distinti momenti, accanto alla Gran loggia, due seminari di studi esoterici, che daranno lustro alla nostra Obbedienza.; sia per la scelta dei temi che verranno trattati e sia per i relatori che hanno già comunicato la loro adesione.
Si è cercato quindi di rendere un momento che dovrà essere di giubilo, intenso lavoro Massonico e crescita interiore, anche una due giorni diversa rispetto ai classici momenti annuali in cui le nostre Logge si incontrano e si confrontano.
Inoltre il weekend vedrà la presenza delle massime cariche del Rito CAMEA 1958 che si lumeggeranno tra i Fratelli dell’Ordine contribuendo a quell’amalgama che il R:.S:.A:.A:. da sempre chiede alle proprie Obbedienze.
Cabala ed Ermetismo
M:.R:.H:. Jose Schlosser, Director del Ateneo Masónico
venerdì 16 settembre 2011
I quattro mondi nella Cabal
All'inizio del XIV secolo si cominciarono a distinguere cabalisticamente quattro mondi nel creato:
Al centro si trova la colonna dell'equilibrio che da Keter, attraverso Tiféret e Yesod, raggiunge Malkút. A sinistra e destra di Keter si dipartono altre due colonne: quella della Grazia, attraverso Hokmah, Chesed e Netzah; quella della severità risalendo attraverso Hod, Gevuráh e Binah.
la Atzilút, emanazione (il più alto e nobile, bene assoluto);
la Beriáh, creazione (il secondo, il comparire di qualcosa dal nulla, la creazione ex-nihilo);
la Yetziráh, formazione (il terzo, il mondo degli archetipi, dei simboli, degli angeli, dove male e bene sono presenti insieme);
Asiyáh, realizzazione (l'ultimo e più basso, dove ciò che conta è l'agire, i risultati, la materia, dove il male tende a prevalere).
Al primo mondo (emanazione) appartengono Keter, Hokmah e Binah.
Da Keter origina Hokmah, femminile rispetto a Keter, maschile nei confronti di Binah che lo segue.
Dall’unione di Hokmah e di Binah originano le successive sephiroth.
In tal modo al secondo mondo (creazione) si associano alle prime tre sephiroth le tre successive: Chesed, Gheburah e Tiféret: misericordia, giustizia ed equilibrio o bellezza.
Gheburah è la giustizia ed è detta anche paura”, paura del giudizio in quanto questa sephirah ha il controllo del “male”, ma viene mitigata da Hesed, misericordia in quanto non vi può essere giustizia senza misericordia.
Da queste deriva l’equilibrio: Tiféret.
Questa seconda triade rappresenta la parte più spirituale del terzo mondo (formazione) che è completato dalla terza triade Netzac, Hod, Yesod, il mondo degli archetipi, degli angeli, dei simboli, nel quale male e bene sono presenti.
Il quarto mondo è dato dall’unione di Tiféret, Netzac e Hod con Malkut, la materia. È il mondo in cui il male prevale e dal quale bisogna iniziare la risalita attraverso Yesod e Tiféret per arrivare alla comprensione della prima triade attraverso la “Conoscenza”, Da’at che non è una sephirah reale, ma che possiamo considerare come una sephirah “virtuale” che Dio consente all’uomo di sviluppare con i suoi mezzi.
(vedi il capitolo su Da’at nell’ottavo volume.)
A questo punto desidero fare una considerazione che pur avendo letto moltissimo sulla Cabala non ho mai trovata espressa in modo esplicito. Osservate la sephirah Tiféret nel diagramma cabalistico che rappresenta la visione grafica dell’Albero della Vita diviso in “quattro mondi”.
Tiféret è la sephirah che è presente nel secondo nel terzo e nel quarto mondo, l’unica presente in tutti i mondi tranne che nel primo mondo, quello della “emanazione” che discende da Dio e Dio rappresenta.
È la sephirah posta al centro di tutta l’architettura cabalistica.
È la sephirah sulla quale convergono e dalla quale si dipartono il maggior numero di sentieri.
È la sephirah che bisogna necessariamente attraversare se si vuole arrivare alla “Conoscenza”.
È l’unica delle sephiroth (al di fuori di quelle della prima triade) che attraverso la “conoscenza” (Da’at) ha un sentiero diretto con Keter.
Ebbene l’attributo di questa sephirah è “equilibrio” o “bellezza”.
In quanto ad “equilibrio” mi pare chiaro il messaggio: nessuno arriverà a percorrere la via mediana, la “Via Regale” che ha in sé la capacità di unificare gli opposti.
Non per nulla Tiféret è associata al Sole che tutto illumina e con la sua energia consente alla Natura di esistere.
Abbiamo detto che a Tiféret spetta anche l’attributo di “Bellezza”. Su questo un solo timido accenno: nella Cabala si ritrova il “mondo delle Idee” di Platone, come non pensare che in una emanazione di Dio non sia presente il Bello assoluto: l’idea del Bello?
Nello stesso modo troveremo nell’Albero cabalistico le altre Idee assolute, come la Giustizia, la misericordia, la saggezza e via dicendo.
(Questa mia considerazione sulla sephirah posta al Centro dell’Albero della vita ha stimolato il fratello G. B. M.V. della Loggia n° 135 della G.L.R.I., che mi ha inviato una sua interessante interpretazione di come questa lettura cabalistica possa trovare una bel riscontro nella interpretazione di una frase del nostro Rituale “punto dal quale un Maestro non può errare”.
Riporto integralmente il suo messaggio in quanto in esso vedo una lettura originale ed esplicativa della ermetica frase che si trova nel nostro Rituale.
Egli mi scrive:
«Bellissima intuizione, anche dal punto di vista grafico.
Tiféret : il punto mediano, l’equilibrio dei mondi della creazione, il sottile bordo che separa gli scacchi bianchi da quelli neri.
Ma perché non anche Tiféret il trampolino di lancio del vero iniziato, verso quella finestra (anzi, più un buco della serratura) che s’affaccia sul mondo superiore costituito da Da’at ?
Mi spiego meglio.
Seguendo la tua spiegazione/illuminazione.
Il primo pensiero che mi è venuto è quello del “punto dal quale un M.M. non può errare”…
In altre parole, il Maestro è colui il quale giunge, nel suo percorso di ascesi spirituale, in questo punto (il Centro), mediano e che quindi partecipa di tutti quanti i mondi della creazione, e quindi partecipa del male, quanto del bene, della luce, quanto del buio, delle virtù quanto dei vizi, sapendo trovare in essi il punto di equilibrio (Tiféret , appunto) e quindi non potendo errare.
Ma, poi mi sono spinto un po’ più in là.
Giustamente tu scrivi che solo passando da Tiféret si può arrivare alla sephirah/non sephirah Da’at, ossia alla Conoscenza unificante, che consente di pervenire alla comprensione (quantomeno parziale) del mondo superiore.
Ed allora penso, forse Tiféret è si il centro descritto dal rituale di terzo grado, dove gli iniziati, Maestri, possono (o dovrebbero) giungere per non errare. Ma non è la fine del percorso. Quello è il punto da cui non si può errare, perché è il punto che ci dirige direttamente verso il ns. vero obbiettivo, che è Da’at: la Conoscenza unificante, obbiettivo che forse non raggiungeremo mai (almeno in vita).
L’iniziato che si trova su Tiféret, si trova ancora nel mondo dualistico della creazione (bianco/nero; male/bene; etc.), ad un livello di consapevolezza spirituale, però, che gli consente il giusto distacco dalle contrapposte forze che animano la creazione, manifestando, quindi, un perfetto equilibrio spirituale.
Ma non è ancora giunto alla meta.
La sua meta, infatti, è Da’at, che più che un punto vero e proprio (infatti, non è una vera sephirah, come hai ben chiarito anche tu nel tuo lavoro) è un ulteriore innalzamento del suo livello di consapevolezza, tale che gli consente di “spiare” nel mondo della “vera luce”, nel primo mondo: quello superiore, il mondo dove dal dualismo si passa all’unità, comprendendo o, per meglio dire, intuendo l’esistenza delle ultime tre sephirot.
Forse questo spiega perché Da’at è una sephirah/non sephirah che partecipa (ma soltanto ai bordi) del mondo superiore.
Ed, infatti, Da’at viene disegnata in modo tratteggiato, invisibile, a suggerire, forse, che non è un punto certo cui ci possiamo aggrappare, che possiamo raggiungere e conquistare definitivamente, ma possiamo soltanto raggiungere temporaneamente, episodicamente (forse nei sogni o nelle visioni ?), e che invece è il luogo (se mi consenti il termine) che raggiungono in maniera stabile e definitiva solo i “Grandi Iniziati” (Budda, Rama, Gesù, etc.), coloro i quali sono riusciti a entrare (e restare), anche se solo in periferia, nel mondo superiore della Vera Luce.
Scusa se ti ho tediato, ma questo tuo stimolo mi ha “stimolato” parecchio.»
M.B. con l’apporto di G.B.
Comunicazione dell’autore (Michele Barresi) da un lavoro in corso di stampa per i tipi della Tipheret, soggetta alle leggi del Copyright.
mercoledì 14 settembre 2011
Speciale invito Supremo Consejo Omega de México
INVITACIÓN ESPECIALÍSIMA:
A TODAS LAS POTENCIAS MASÓNICAS EN SUS GRADOS Y JERARQUÍAS.A TODOS LOS QQ.'. HH.'., Y HHNAS.'. EN GENERAL
La Federación Masónica de Logias Soberanas, potencia libre, autónoma, soberana e independiente, sumando esfuerzos con el Supremo Consejo Omega de México, celebrarán al alimón, sus respectivas Gran Tenida y Sesión General y Ejecutiva Semestral, en el Oriente, Valles y Campamentos de Culiacán de Rosales, Sinaloa, México, habilitados como Gran Oriente y Zenit, respectivamente, el próximo sábado 1 de octubre en el punto geométrico o Zenit provisional de:
Av. Xicoténcatl 748, Colonia Las Quintas (a un costado del Restaurant "Los Arcos") Culiacán de Rosales, Sinaloa. De las 9:00 horas a las 23:30 horas.
TEMPLO DE:La RLS.'.
"Lautaro 248" No. 6 - Sob.'. Cap.'. Rosa Cruz "Cesáreo Salaiza Mayorga" No. 2 -Omega
Bienvenidos todos los HH.'. MMas.'. sea cual fuere su rito, grado, género o vertiente.En caso de que deseéis acudir, consideraos bienvenidos mas venid preparados para vuestro retejamiento y -de preferencia, traed con vos el recibo de último pago de vuestra Logia o Cuerpo Capitular al que pertenezcáis, salvo que os encontréis en sueños o bajo la bóveda, en cuyo caso nos lo haréis notar al retejaros.
Tanto la Federación Masónica como el Supremo Consejo Omega practican una masonería amplia, incluyente, participativa, liberal, adogmática y progresista. por lo mismo, los HH.'. y HHnas.'. de todos los ritos serán bienvenidos. Al término del gran evento:
CENA-BAILE POR EL 2o ANIVERSARIO DEL SUPREMO CONSEJO OMEGA Y POR LA CONCLUSIÓN DE LA GRAN ASAMBLEA DE LA FEDERACIÓN MASÓNICA.
Nota importante: El cierre de la Gran Asamblea de la Federación será en el 1er grado de la Masonería Universal que incluirá la instrucción del Grado. La clausura de la Sesión Ejecutiva del Supremo Consejo Omega será en el grado 4o del REAyA.
INFORMES Y RESERVACIONES:
Con el Diputado Gran Maestro de Distrito FMLS y a la vez Delegado del Supremo Consejo Omega en Sinaloa: H.'. J Antonio Quintero-Contreras - quinteroantonio@hotmail.com
AUXILIAR EN LA COORDINACIÓN:
H.'. Sergio López - sergiolopezes@gmail.com
¡Todos libres! - ¡Todos iguales! - ¡Todos hermanos!
Fraternalmente.
FEDERACIÓN MASÓNICA DE LOGIAS SOBERANAS -
SUPREMO CONSEJO OMEGA DE MÉXICO
lunedì 12 settembre 2011
Conferenza mondiale Bucarest il 9-10 Settembre
Un nuovo libro su Benjamin Franklin
Prefazione
di Eduardo R. Callaey
Ancora una volta, Paolo Zanotto mi ha sorpreso. Già lo aveva fatto con il suo libro Metamorfosi del pensiero occidentale, studio in cui spiega, magistralmente, il modo in cui la massoneria ha interagito con la politica, la religione e l’economia negli ultimi tre secoli. In questo caso, riprendendo le linee-guida già abbozzate in quell’opera, Zanotto ritorna sui suoi passi e va in profondità in un testo intitolato Benjamin Franklin apostolo della modernità, con il suggestivo sottotitolo Massoneria, libertinismo o satanismo?, lavoro che ho l’onore di prefare.
Benjamin Franklin, padre fondatore della massoneria americana, detiene con legittimo merito la paternità dell’idea della rivoluzione buona, essendo stato, senza dubbio, il grande stratega e il più intelligente dei suoi propagandisti.
La vita di Benjamin Franklin coincide con un’epoca di profondi cambiamenti nel mondo occidentale, in particolare in Europa e in Nord America. Ecco perché il contesto in cui si sviluppa questo nuovo libro di Paolo Zanotto costituisce una sfida per i ricercatori e una grande notizia per tutti coloro che sono interessati alla cosiddetta “Età delle rivoluzioni” e il ruolo che giocarono in essa i massoni.
Molti storici si sono chiesti seriamente se la Rivoluzione americana sia stata opera della Massoneria, e l’Indipendenza degli Stati Uniti d’America, un trionfo massonico. La risposta è complessa ma possiamo trovare nelle sfumature del lavoro di Zanotto alcuni indizi. Benjamin Franklin, infatti, comprese subito che la massoneria avrebbe giocato un ruolo preponderante nella coesione sociale e politica delle colonie, agendo come fattore di socializzazione, di fratellanza e di unità d’intenti.
Si può affermare che l’esercito americano fosse, in realtà, l’esercito del massone Washington e che tutto il suo stato maggiore fosse composto da massoni. Lo stesso marchese di La Fayette giunse ad ammettere, di fronte a ufficiali e commilitoni, che aveva avuto accesso a posti di comando solo dopo essere stato iniziato massone. Allo stesso modo, il massone Benjamin Franklin preparò per anni la politica estera della Rivoluzione operando principalmente in Francia e in Inghilterra, dove importanti settori massonici appoggiavano l’indipendenza delle colonie, questione che si vide riflessa nello stesso Parlamento britannico. In breve, l’intero processo rivoluzionario americano è strettamente associato con la Massoneria e nessun cittadino degli Stati Uniti d’America disconoscerebbe mai l’influenza di questa Società nella costruzione della nazione.
Una delle caratteristiche della mentalità massonica tra la fine del XVIII e gli inizi del XIX secolo, fu la convinzione dei massoni di poter trasformare il mondo. Molti massoni – soprattutto coloro che s’ispirarono alle idee di Adam Weishaupt e la sua setta degli Illuminati – credevano di possedere uno strumento in grado di immaginare il futuro e di condurre l’intera umanità verso quel futuro. In altre parole, Franklin e molti dei suoi fratelli credevano di poter letteralmente creare il futuro dell’uomo. Alla luce dei fatti, forse dobbiamo ammettere che hanno raggiunto l’obiettivo.
Per comprendere come agirono queste organizzazioni, tuttavia, è necessario porre il lettore al centro del crocevia, e questo è esattamente ciò che consegue in questo studio Paolo Zanotto, che presenta una brillante sintesi dell’epoca e di molti dei suoi protagonisti; un’indagine acuta, ampiamente documentata, che riesce a riunire tutti gli assi portanti del conflitto umano dal momento in cui entrarono in collisione due visioni del mondo e in cui si sarebbero trasformati per sempre i concetti di religione, filosofia, morale ed economia.
Bisogna sottolineare la lucidità di analisi del fenomeno massonico da parte dell’Autore. Zanotto si discosta rapidamente dalla versione andersoniana della storia massonica e spiega come la Massoneria si frammentò sino a formare correnti che si allinearono in campi contrapposti. L’idea di una Massoneria universale in cui si esprime una unità d’intenti e di azione è disinnescato dall’autore con una notevole chiarezza che demistifica e colloca le fazioni contrapposte nel campo delle tensioni politiche e religiose. Perché al di là delle fantasie popolari sui massoni – esacerbate dalla narrativa contemporanea – è paradossale che la stessa istituzione riunisse uomini tanto differenti nelle proprie idee come Benjamin Franklin e Joseph de Maistre, per fare un esempio.
Una menzione speciale merita l’approccio di Zanotto rispetto al processo di decristianizzazione che soffrì la Massoneria alla fine del XVIII secolo, ubicando il massone Benjamin Franklin nella corrente razionalistico-illuminista che promosse il relativismo etico.
Ma il testo si muove con coraggio su altri aspetti non meno controversi, dato che l’immagine spirituale di questo Padre Fondatore degli Stati Uniti, quasi puritana nella visione di molti educatori, viene esposta da un angolo meno noto: il suo disprezzo per le Chiese – in particolare la Chiesa cattolica, che egli considerava zucchero grezzo rispetto a quella nordamericana, di cui diceva che era zucchero raffinato – o i suoi vincoli con i circoli dei libertini inglesi e francesi, riuniti nei famigerati Hell-Fire Clubs, ai quali appartenevano anche altri noti libertini, fra cui il duca di Wharton, 6° Gran Maestro della Gran Loggia d’Inghilterra.
Zanotto introduce il lettore al mondo massonico. Spiega le radici di questa società iniziatica che soffrirà in modo permanente le aggressioni di organizzazioni clandestine, come gli Illuminati di Baviera, o dei movimenti e dei circoli rivoluzionari che fanno della Chiesa e della Monarchia i loro principali nemici. Allo stesso tempo, però, Zanotto riscatta il cuore della massoneria descrivendo la molteplicità di Riti e di Obbedienze, senza dimenticare che, in ogni caso, il punto di convergenza si trova nel carattere iniziatico che è tuttora percepibile all’interno dei suoi Templi.
In sintesi, un libro che troverà il proprio spazio intorno a una figura che continua a generare contrasti e chiaroscuri, tipici di quegli uomini che costruiscono in vita il proprio mito.
Fonte: Temas de Masoneria Eduardo Callaey
domenica 11 settembre 2011
Tragedia dell'11 settembre: "Il nostro impegno comune per un mondo più sicuro, aperto e pacifico"
Per il Capo dello Stato, "al di la dello shock immediato, tutte le Nazioni e i popoli civili hanno compreso che i nostri valori comuni fondamentali erano stati ripudiati e attaccati. Era necessario combattere contro il terrorismo internazionale, in quanto minaccia diretta non solo contro il mondo occidentale ma contro l'intera comunità internazionale. Questo è divenuto un comune impegno per la comune sicurezza".
Nel rilevare che "importanti risultati sono stati raggiunti", il Presidente Napolitano sottolinea che "la sicurezza di tutti rimane fondamentale. Ma dobbiamo anche guardare avanti e rafforzare quella solidarietà internazionale e multilaterale che ci ha sostenuto dieci anni fa. Non abbiamo semplicemente combattuto il terrorismo. Abbiamo salvaguardato i nostri valori comuni in pericolo; abbiamo difeso i diritti umani, lo stato di diritto, la libertà e il rispetto per la vita umana; abbiamo rifiutato uno scontro tra culture e abbiamo promosso il dialogo; abbiamo preservato i fondamenti e la legittimazione della comunità internazionale".
La lettera del Capo dello Stato al presidente Obama si conclude con la conferma del "nostro impegno comune per un mondo più sicuro, aperto e pacifico".
Il Presidente Napolitano aveva raccontato a Bruno Vespa, in una intervista rilasciata per una speciale trasmissione televisiva sul decimo anniversario degli attentati dell'11 settembre negli Stati Uniti d'America, i suoi ricordi personali: "Io ero allora membro del Parlamento Europeo. Ero appena arrivato a Bruxelles per partecipare all'attività parlamentare e quando ebbi una vaga notizia di qualcosa che era accaduto e che avrei potuto meglio comprendere appena avessi acceso la televisione in albergo, andai nell'albergo di Bruxelles, dove avevo prenotato la stanza, accesi la televisione e vidi quelle spaventose immagini provenienti da New York".. "Mi misi subito in contatto con la sede del Parlamento Europeo - ha continuato il Presidente Napolitano - e mi fu immediatamente detto di non muovermi dall'albergo perché si stava sgomberando completamente la sede del Parlamento per il timore che accadesse qualcosa anche lì, che arrivasse un attacco anche lì. E quindi quello che ricordo é lo sgomento e anche un senso di impotenza".
Il Presidente Napolitano, nel corso dell'intervista, si è quindi soffermato sulle conseguenze degli attentati: "All'11 settembre conseguì innanzitutto la presa di coscienza da parte della comunità internazionale di una minaccia e di una sfida inaudite, e si comprese bene che quella minaccia e quella sfida non erano dirette soltanto all'America, agli Stati Uniti. Lo si comprese molto prima che l'attacco fosse portato, come poi avvenne, anche in Europa, in grandi città europee come Parigi, Londra, Madrid. E quindi quello che io posso mettere in evidenza è che cambiò qualcosa di profondo nel modo di concepire la propria sicurezza, ma non solo da parte di alcuni Stati. Quello che forse fu un effetto non previsto da coloro che ordirono l'attacco alle torri gemelle, fu un avvicinamento tra i membri della comunità internazionale. E a partire da quel momento Stati anche molto diversi e anche non alleati tra loro, voglio dire dagli Stati Uniti e dagli Stati dell'Unione Europea, alla Russia alla Cina, compresero di dover affrontare insieme un nemico comune. E questo é stato essenziale per tutti gli svolgimenti successivi. Credo che naturalmente era inevitabile una reazione immediata, cercare di colpire una centrale del terrorismo internazionale di matrice islamica che poteva annidarsi, che sicuramente si annidava, in Afganistan, Al-Qaeda, e quindi la decisione di portare le armi in Afganistan per scovare e colpire quella centrale del terrore".
Per il Capo dello Stato "questo fu uno solo degli eventi che segnarono e che hanno segnato il decennio. Perché nel corso di quegli stessi 10 anni é cambiato, per tanti aspetti, il mondo. Il fatto fondamentale fu capire che non bisognava, soprattutto noi, Stati occidentali, America e Europa, lasciarsi attirare in quello che si pretendeva, da parte di Al-Qaeda, potesse essere uno scontro tra civiltà. Bisognava non confondere l'attacco terroristico, né con la religione musulmana né con la cultura islamica; bisognava anzi trovare la strada per dissipare motivi di incomprensione e di contrapposizione tra mondi diversi, per arrivare ad una concezione comune della sicurezza, dello sviluppo. In fine dei conti, della pace e della giustizia tra le nazioni".
Quanto alla guerra in Afganistan, il Capo dello Stato ha sottolineato che "é del tutto inedita perché dall'altra parte c'è un nemico che si prepara nell'ombra, che colpisce in modo inaspettato, che si maschera e che dispone di propri agenti disseminati nel territorio di tanti paesi che naturalmente cercano di suscitare delle adesioni, dei consensi, per lo meno delle condizioni favorevoli per poter sferrare i propri attacchi. Che questa fosse una partita molto difficile credo che non lo compresero solo gli americani".
Alla domanda sul diretto rapporto tra crisi finanziaria internazionale e attacco alle Torri Gemelle, il Capo dello Stato ha risposto: "Non metterei così meccanicamente in relazione la crisi finanziaria con l'attacco alle torri gemelle, cioè con l'esplodere del terrorismo di matrice fondamentalista islamica. La crisi finanziaria globale é scoppiata, ha preso corpo, tra il 2007 e il 2008". "Quello che però é essenziale - ha rilevato il Presidente Napolitano - é quanto é cambiato nel decennio il mondo, dal punto di vista degli equilibri economici e politici mondiali. E si sono fatti passi in avanti molto forti nella via della globalizzazione. Siamo davvero diventati un mondo interconnesso e c'è una interconnessione tra gli aspetti di sicurezza, gli aspetti economici e gli aspetti politici. Per l'Europa, per paesi come il nostro, tutto é cambiato. Sono comparsi nuovi grandi attori sulla scena economica mondiale, la competizione si é fatta estremamente dura, estremamente difficile e di fronte a queste nuove prove, l'Italia ha mostrato e sta mostrando, insieme con i suoi punti di forza che ci sono - e guai a sottovalutarli - anche i punti deboli, i problemi irrisolti che si trascina da troppo tempo dietro".
Alla domanda: "ce la faremo?", il Presidente Napolitano ha risposto: "Ce la dobbiamo fare, ce la possiamo fare. Io non ho mai dubitato un solo momento della capacità di un paese come il nostro che si é rialzato da cadute tremende, di trovare la strada di un nuovo sviluppo nel prossimo futuro. Per questo é indispensabile più di una cosa. La prima cosa é capire quanto sia cambiato il mondo, capire che noi tutti qui, e voglio dire di ogni classe sociale, non solo di ogni parte politica, non possiamo più ragionare come se stessimo nel 1980. Siamo nel 2011 e bisogna trarne tutte le conseguenze, anche dal punto di vista delle nostre aspettative e dei nostri comportamenti, individuali e collettivi. E la seconda cosa da capire è che noi ci siamo rialzati da cadute tremende del passato come dopo la Seconda guerra mondiale perché abbiamo saputo trovare un forte cemento unitario nazionale al di là delle divisioni politiche che pure negli anni '40-50 erano molto aspre. Dobbiamo saper ritrovare egualmente il modo di costituire un forte cemento unitario, una forte coesione nazionale e sociale nell'interesse del nostro Paese".
sabato 10 settembre 2011
VI Assemblea della CIMAS e FASCREA
Comandanti grande sovrani, potente e molto illustri,