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lunedì 31 ottobre 2011

La Palestina ufficialmente riconosciuta dall'UNESCO

L'assemblea Unesco a Parigi
Parigi - La Palestina viene riconosciuta ufficialmente dall'UNESCO (Agenzia culturale delle nazioni unite), come Stato a tutti gli effetti. Gli Stati replicano:
USA: " è inaccettabile "
Israele: " E' un passo unilaterale che allontana la pace "
Palestina: " E' un giorno storico "
Alla votazione si sono astenuti 52 stati, tra cui anche la Palestina e l'Italia. La Farnesina ha replicato che non c'è stata una posizione coesa.

(Agenzia Massonica)

La Morte - (parte V di V)

Comunicazione dell’autore (Michele Barresi) da un lavoro in corso di stampa per i tipi della Tipheret, soggetta alle leggi del Copyright.

Essendo sta educato nella mia infanzia nella religione cristiana è questa che seguirò come concetto base del mio dire, ma sostengo che qualunque religione se ben analizzata porterebbe alle stesse conclusioni.
Il primo essere nato dal pensiero divino era di una bellezza e di uno splendore tale che Dio lo amò subito di divino amore e poiché la creatura diffondeva il suo bagliore nel buio del Nulla, ché ancora Luce non c'era, lo chiamò Lucifero.
Lucifero era uno spirito purissimo, parte dello spirito di Dio, partecipe dello Spirito Infinito eppure con una sua indipendenza.
La luce che lo circondava lo isolava dallo Spirito Infinito, lo rendeva "Spirito individuale" con la sua personalità, la sua indipendenza, ma sempre parte dello Spirito Infinito.
Il Nulla conobbe il Tutto nel suo stadio primordiale e siccome Tutto è presente in Dio lo conobbe per l'infinito, per i tempi oscuri passati e per quelli che sarebbero venuti, per l'eternità.
Lucifero chiese ed ottenne da Dio la creazione di una "orchestra" che potesse suonare la "musica celeste" capace di celebrare la Gloria di Dio..
Dio creò gli Angeli e li divise in Gerarchie.
Lucifero divenne il "Principe degli Angeli".

Tutti gli Angeli vennero creati in uno stato di grazia, di beatitudine ed altro non erano che il frutto dell'Amore di Lucifero verso Dio.
Dio li creò anche con la libertà di tradirlo o di servirlo, di cantare le sue lodi o di tacere.
In quel mondo intellettuale di luce e di pace si innalzavano nell'infinito e nell'eternità armonie ineffabili inneggianti alla Gloria di Dio.
Dio aveva dato la libertà ai Suoi Angeli in quanto senza la libertà ogni creatura sarebbe rimasta confusa con Lui.
Nella Sua assoluta saggezza e Previdenza, avendo presente tutto in se, decise che gli altri sarebbero sorti in Lui senza confondersi con Lui.


domenica 30 ottobre 2011

L’actualité de la Grande Loge de France, Conférences



Lundi 14 novembre 2011, 20 heures

Conférence Enjeux et perspectives
Le Peuple monde, destins d’Israël, par Alexandre Adler, historien et journaliste
Grand Temple de la GLDF, 8, rue Puteaux, 75017 Paris

Jeudi 17 novembre 2011, 18h

Commission des droits de l’homme et du citoyen
De l’instruction à l’éducation, quelle école pour demain ? par Rama Yade, ancienne ministre
Grand Temple de la GLDF


Mardi 22 novembre 2011, 17h

La Grande Loge de France, une démarche éthique et humaniste pour notre temps, par Alain-Noël Dubart, Grand Maître de la GLDF
Centre Pierre Mendès-France, 12, Avenue de Paris, 42300 Roanne


Jeudi 24 novembre 2011, 20h30

Tenue blanche ouverte
La GLDF, culture et humanisme, par Max Aubrun.
52, rue Saint André, 79000 Niort

Vendredi 25 novembre 2011, 18h

Tenue blanche ouverte
Le maçon face aux intégrismes. Forces et faiblesses d’une approche, une méthode, une éthique fondée sur l’homme, par Alain Graesel, passé Grand Maître de la GLDF
Grand Temple de la GLDF

(Grande Loge de France Newsletter)

venerdì 28 ottobre 2011

L'Ira

Con il termine ira (o impropriamente rabbia) si indica uno stato psichico alterato, in genere suscitato da uno o più elementi di provocazione, capace di rimuovere alcuni dei freni inibitori che, normalmente, stemperano le scelte del soggetto coinvolto. L'iracondo è caratterizzato da una profonda avversione verso qualcosa o qualcuno o (in alcuni casi) verso se stesso.

Psicologia e sociologia

La rabbia è vista come una forma di reazione e di risposta delle persone per affrontare situazioni ad esse sfavorevoli. La rabbia è potenzialmente in grado di mobilitare risorse psicologiche positive come potenziare la determinazione verso la correzione dei comportamenti sbagliati, la promozione di una giustizia sociale, la comunicazione di sentimenti negativi sulle controversie. D'altra parte, la rabbia può essere anche distruttiva, quando non trova il suo sbocco d'espressione adeguato. La rabbia, nella sua forma più forte, altera la capacità dell'individuo di elaborare le informazioni e di esercitare un controllo cognitivo sul proprio comportamento. Una persona arrabbiata può perdere la propria oggettività, l'empatia, la prudenza e il senso di riflessione che possono causare danni ad altre persone o cose. Vi è una netta distinzione tra la rabbia e l'aggressività (verbale o fisica, diretta o indiretta), anche se entrambe le parti si influenzano a vicenda.

Sintomi

Una semplice dicotomia del manifesto dell'ira è l'ira passiva e l'ira aggressiva. Questi due tipi di rabbia hanno dei sintomi caratteristici:
Ira passiva
L'ira passiva si può manifestare nei seguenti modi:

 Elusività, come il tirarsi indietro, voltare le spalle, diventando fobico.

 Distacco, come l'essere ambivalente, fingere indifferenza, dare la spalla freddo o fare sorrisi falsi.

 Riservatezza, come l'evitare il contatto visivo, essere troppo pettegolo, minacciare anonimamente.

 Auto-sacrificio, essere eccessivamente disponibili, accontentarsi di una seconda scelta, rifiuto di farsi aiutare.

 Auto-biasimazione, come il scusarsi troppo spesso, auto-criticarsi, accettare ogni tipo di critica.

Ira aggressiva

L'ira aggressiva si può manifestare nei seguenti modi:

 Distruttività, come il distruggere oggetti, fare del male agli animali, abuso di sostanze, rompere i rapporti.

 Vendetta, essere troppo punitivi, rifiutando di perdonare e dimenticare rievocando i vecchi ricordi, pareggiare i conti.

 Bullismo, come l'intimidire le persone perseguitando o dando spintoni, opprimere, gridare, prendendosi gioco delle persone più deboli.

 Minacce, come il spaventare le persone ritenendosi pericolosi, puntando il dito, lanciare occhiate minacciose, mano chiusa a pugno, indossare abiti associati a comportamenti violenti, suonare eccessivamente il clacson, sbattere le porte.

 Esplosività, come l'infuriarsi improvvisamente, sentirsi frustrati, attaccare indiscriminatamente, causare danni per semplice gusto o semplicemente per esternare la propria ira.
 Egoismo, come l'ignorare le esigenze altrui, non aiutare gli altri.

 Incolpare, come l'accusare la gente per i propri errori, accusare in generale.

 Sconsideratezza, come il parlare troppo veloce, guidare troppo veloce, camminare velocemente a piedi, spendere in modo sconsiderato.

Questo è il 3° dei sette peccati capitali.

Tratto in parte da : http://it.wikipedia.org/wiki/Ira_(psicologia)

La Morte - (parte IV di V)

Comunicazione dell’autore (Michele Barresi) da un lavoro in corso di stampa per i tipi della Tipheret, soggetta alle leggi del Copyright.

Comparsa, missione ed escatologia dell’uomo.

Da dove vengo?
Che ci sto a fare?
Quale sarà la mia sorte finale?
Mi sono posto diverse domande ad ognuna delle quali ho cercato di dare risposte, non attingendo alla mia ragione, ma consentendo al mio “inconscio esoterico” di illuminare la mia mente ed eccitare il mio lobo cerebrale destro a prendere il sopravvento sul sinistro.
Naturalmente non sono arrivato a nessuna conclusione dimostrabile, ma ho potuto avanzare ipotesi, sogni e desideri alla ricerca di mie risposte, figlie della mia immaginazione, che mi piace ritenere essere un’occhiata al di là del velo che ricopre ognuno dei quesiti che mi pongo.
Ognuno può dare la sua risposta e quella risposta è quella valida per lui.
Ognuno può avere la sua visione di una Verità inconoscibile e per ognuno il suo Vero sarà il Vero nel rispetto e nell’accettazione del Vero degli altri.

In altre occasioni ho esposto visioni sulla creazione. Da quello che ho potuto comprendere, le teorie, siano esse esoteriche o basate sulla scienza – in particolare la fisica quantistica – nella loro visione cosmogonica riescono a dare una spiegazione più o meno immaginifica di come siano andate le cose a partire da un attimo che non è il “durante”, ma che si può cominciare a calcolare solo qualche tempo dopo che l’inizio è già avvenuto.
Un esempio per tutti il “tempo di Planck” della cosmologia quantistica.
Si parla di “singolarità” inspiegata ed inspiegabile alla luce della scienza, anche la più attuale.
Ma, lo si voglia o no, Dio fa parte di questi sogni. Ogni uomo, un giorno o l'altro, si è interrogato su Dio. Ogni uomo si è doman¬dato come funzionino le cose e come siano cominciate, come si svol¬ga la storia, come si succedano le generazioni, come funzioni questa macchina enorme, incredibile e presente che è l'insieme del tutto di cui facciamo parte.
Sia che esista, sia che non esista, sia che l'uomo e la sua storia e il mondo e la volta dei cieli siano stati creati da Lui, sia che siano il risultato da una prodigiosa combinazio¬ne di caso e di necessità, io so che non è di Lui che parlo.
Parlo solo dei miei sogni, che sono i sogni di un uomo che sogna Dio.

Nei miei sogni e nella mia immaginazione mi sono sempre domandato come abbia avuto inizio e come funzioni questo meraviglioso palcoscenico nel quale recito liberamente il mio copione.


martedì 25 ottobre 2011

L'Agenzia di Stampa Massonica Italiana si stringe a tutto il popolo Turco in seguito al devastante terremoto che ha colpito la Turchia, domenica 23 Ottobre 2011, causando centinaia di morti e migliaia di feriti.

LA REENCARNACION Y EL KARMA

Existen evidentes distinciones en la vida de los seres: unos son felices, mientras otros desgraciados; a unos la vida le sonríe, mientras a otros los golpea; unos alcanzan éxito, son ricos, inteligentes, mientras otros languidecen en medio de contrasentidos, limitaciones, miserias, enfermedades y problemas de toda índole. ¿A qué se debe esto? ¿Acaso Dios no es justo y misericordioso y trata a todos sus hijos por igual? La repuesta a todo esto no lo puede dar ninguna religión, ningún dogma. Los males de la presente existencia son los frutos de causas indebidas y de grandes injusticias sembradas por cada quien en sus anteriores vidas y que ahora, en la presente, vienen a producir su debido efecto, sus frutos naturales, puesto que se cosecha solamente aquello que se siembra y no otra cosa distinta. Esto esta bien claro cuando se estudia la ley de reencarnación y su gemela doctrina del karma. La creencia en la reencarnación y el karma es un punto de conciencia en cada individuo. De esto se infieren dos cosas importantes: Crea el hombre en ella o no, para nada afecta ni altera su aplicación, pues el karma se cumple indefectiblemente; y no por el desconocimiento que se tenga sobre la ley del karma o por no creer en ella, el hombre se condena. Todo lo contrario, quien actúe bien, con recta intención y pureza de corazón, quien sea honesto y bondadoso, cualquiera que sea su religión, sus creencias particulares, se hace acreedor de bienaventuranzas y dicha después de la muerte. Por el contrario quien no haya cumplido con las leyes espirituales, crea en Dios o no, nacerá en condiciones difíciles, miserables, dolorosas y limitantes. La actual existencia es un eslabón más en la larga cadenas de vidas sucesivas de cada quien. Nacemos múltiples veces, centenares y miles de veces, si es necesario, con el fin de aprender y experimentar las inevitables lecciones de los mundos terrenales. La tierra es escuela de vida, mundo o taller de almas, donde se talla la piedra bruta que hay en cada quien hasta dejar al descubierto el diamante, la joya preciosa que llevamos escondida dentro. Esa piedra preciosa es el alma liberada de todo apego y maldad. Quien se deje someter por el imperio de sus sentidos, no haciendo esfuerzos serios, sinceros y sostenidos para ejercitar su voluntad, fortaleza y tolerancia y se deje esclavizar por sus cuerpos inferiores (mental y astral), queda indefectiblemente atado a la rueda del karma. Esto le significará múltiples nacimientos infelices para enfrentar y enmendar sus viejos vicios y errores. La ley del karma es la medida que se le aplica al que se ha excedido y ha sido injusto con el prójimo y con la colectividad. El hombre cambia de cuerpo así como cambia de ropa, siendo el alma la misma al regresar a reencarnar en la vida material. Una sola vida no nos hace perfectos como para dejar de regresar a la tierra a reencarnar. La tarea de la evolución es sumamente difícil, puesto que para alcanzar la perfección se requieren de innumerables sacrificios y renunciaciones. Solo las múltiples existencias donde se viene a trabajar duro, a luchar contra los malos hábitos, las erróneas tendencias, los apetitos vulgares y también el ejercitar la voluntad y la tolerancia, para con amor responder a las agresiones, a los insultos y a las humillaciones, es como logramos trascender las cadenas que atan al hombre a la rueda de reencarnaciones. Todas las cosas del Universo están indefectiblemente sometidas a la ley de la evolución, los planetas, los hombres, los animales y los minerales, cada especie dentro de una modalidad muy particular están afectados por esta sabia ley. La reencarnación fue una creencia muy común entre los egipcios, hindúes, caldeos, persas, esenios y todos los círculos iniciáticos del pasado. Toda religión tiene necesariamente dos partes: la oculta o esotérica que era exclusivamente para los sabios y puros, los que tenían las claves de los misterios y la abierta o exotérica destinada al pueblo, al vulgo. La primera, se transmitía por la tradición oral iniciática, es la que penetra el espíritu y se nutre en sus misterios que no puede ser develado sino a los más puros, a los más apegados a la vida espiritual, mientras que la segunda se queda apenas en la superficie, en el parlamento. Ahora bien, los premios y castigos derivan de la índole de nuestro carácter, que a su vez es la suma algebraica de las buenas y malas acciones. Cuando la ryork', times, serif; font-size: 19px; text-align: center; margin-top: 0cm; margin-right: 0cm; margin-bottom: 0pt; margin-left: 0cm; ">

LA VERDADERA LIBERACIÓN DEL ALMA SOLO SE DA CON LA CANCELACIÓN DE TODAS LAS DEUDAS DEL KARMA

A:.M:. Iván José Rodríguez Sarmiento

(Gran Logia Soberana de Libres y Aceptadosmasones de Venezuela)

lunedì 24 ottobre 2011

La Morte - (parte III di V)

Comunicazione dell’autore (Michele Barresi) da un lavoro in corso di stampa per i tipi della Tipheret, soggetta alle leggi del Copyright.

Le tre domande

Devo ammettere che per molto tempo non mi sono posto seriamente il problema, ho spesso considerato come un grazioso gioco di parole le tre domande fondamentali che si pone l’uomo:
"chi sono?".
"da dove vengo?"
“dove vado?"
Quando ci si pone questi quesiti con onestà intellettuale, l’uomo individuale si rende conto di non essersi fatto da sé e di non essere eterno.
In altre parole, con l'aiuto della ragione, l’Uomo matura la chiara consapevolezza di non essere affatto l'indiscusso padrone della propria vita: non ha deciso lui di nascere, come non ha deciso né il quando né il dove né da chi.

A questo punto mi ripropongo la prima domanda: “Chi sono?”
Dal punto di vista biologico sono il prodotto di un’evoluzione naturale, fisica ed intellettuale iniziatasi sin dall’istante in cui Dio creò l’universo e completatasi, per quello che mi riguarda, in me.
La risposta a questa prima domanda non trova ostacoli nella mia ragione ed anche se non scientificamente dimostrabile mi sembra che possa essere ragionevolmente ed esotericamente accettabile.


domenica 23 ottobre 2011

Gran Loggia Amministrativa C:.A:.M:.E:.A:.

Protocollo del Governo dell’Ordine n. 013/11
Zenit di Roma 20 ottobre -2011  E:.V:. -  6011 A:.V:.L:.
 
Risp:.mi FF:.lli Cameini e lettori tutti, a voi và il nostro Triplice Fraterno Abbraccio.
Scriviamo per porgere il nostro ringraziamento ufficiale a tutte le realtà Cameine, le Logge ed i Triangoli, che hanno contribuito alla perfetta realizzazione della Gran Loggia Amministrativa della nostra Obbedienza, celebratasi nelle valli calabre.
Il nostro sentito ringraziamento và anche alle delegazione italiane ed estere intervenute con i loro membri onorari.
Un plauso và a chi ci ha ospitato, dedicandoci un’intera struttura alberghiera che in un weekend si è colmata di Massoni operosi e positivi, contro tendenza rispetto a quella pseudo Massoneria che lavora solo cospargendo di fango il proprio cammino.
Siamo fieri ed orgogliosi di quanto sin oggi intrapreso, di quanto in programmazione e del solido e valido gruppo che si è creato attorno alla nostra Storica Obbedienza.
Continueremo il nostro cammino d’istruzione e perfezionamento, con umiltà e con lo sguardo rivolto esclusivamente a casa nostra, sperando di essere imitati da sempre più famiglie Massoniche.


col T:.F:.A:. il GOVERNO dell’ORDINE

venerdì 21 ottobre 2011

La Morte - (parte II di V)

Comunicazione dell’autore (Michele Barresi) da un lavoro in corso di stampa per i tipi della Tipheret, soggetta alle leggi del Copyright.

Le meditazioni umane riguardo il fenomeno della morte costituiscono storicamente uno dei fondamenti nello sviluppo delle religioni organizzate.
Anche se le interpretazioni e i modi di definire / analizzare la morte variano diametralmente da cultura a cultura, la credenza in una vita dopo la morte - un aldilà - è assai diffusa e molto antica.
Per la maggioranza delle religioni di matrice cristiana, si crede che il Paradiso sia un luogo o uno stato trascendentale in cui l'anima del defunto, unita al corpo alla fine dei tempi, trascorrerà l'eternità in continua contemplazione di Dio.
L'inferno, il limbo e il purgatorio costituiscono invece i luoghi a cui sono condannate le anime non pure, anche se chiese e teologi non sono concordi sull'esistenza e su cosa rappresentino questi luoghi.
Presso l'Induismo, il Sikhismo ed altre religioni orientali si crede nella reincarnazione; secondo questa filosofia, la morte rappresenta un passaggio naturale (tanto quanto la nascita) tramite il quale l'anima abbandona un involucro ormai vecchio per abitarne uno nuovo (il corpo fisico), fino all'estinzione del karma ed alla conseguente liberazione definitiva.
Per questo motivo l'idea della morte viene affrontata con minor struggimento interiore.

Molti antropologi ritengono che le sepolture degli uomini di Neanderthal in tombe scavate con cura e adorne di fiori siano la testimonianza di una primordiale fede in una sorta di aldilà.
Alcuni considerano che il rispetto per i defunti e per la morte (più o meno allegorizzata) sia istintivo all'uomo.
Presso i Celti nasce così il culto degli avi, ed il grande Avo diverrà il Dio della colonia.
I defunti vengono venerati come dèi.
La morte era vista come un passaggio da uno stato finito all'immortalità divina.


mercoledì 19 ottobre 2011

89ª Assembleia Geral Extraordinária da COMAB, na cidade do Rio de Janeiro



Realizou-se no dia 07 de outubro de 2011, na cidade do Rio de Janeiro – RJ, Procedeu-se na cidade do Rio de Janeiro – RJ, por ocasião da 89ª Assembleia Geral Extraordinária da COMAB, a Instalação da Academia Maçônica de Ciências, Letras e Artes da Confederação Maçônica do Brasil – COMAB - instituída pelo Ato no. 13 – 2010 / 2011 de 11/02/2011 - com a posse dos acadêmicos e da sua primeira diretoria.

A Academia será integrada pelos seguintes membros:
I – Efetivos: sendo estes mestres maçons regulares das Potencias filiadas à COMAB e que tenham mais de 10 (dez) anos de efetiva regularidade maçônica, limitado ao numero máximo de até 10 (dez) cadeiras por Potência.
II – Correspondentes: sendo estes mestres maçons regulares do Grande Oriente do Brasil e às Potencias confederadas à CMSB – Confederação da Maçonaria Simbólica do Brasil, indicados por acadêmicos efetivos, apreciados e aprovados pela Assembleia, que tenham mais de 10 (dez) anos de efetiva regularidade maçônica e que preencham os demais requisitos.

Tendo por finalidades, em especial, produzir trabalho que resulte no aumento do conhecimento maçônico publicado.


Realizou-se no dia 07 de outubro de 2011 a 89ª Assembleia Geral Extraordinária da COMAB, na cidade do Rio de Janeiro – RJ, com a análise e discussão acerca de diversos projetos entre os quais: expansão da COMAB, diretrizes acerca do relacionamento institucional da COMAB com CMSB e GOB, aspectos como a responsabilidade social da Maçonaria, motivação do líder Maçom e a Escola de Cidadania.


Aprovada também a adesão aos Projetos: “O que você tem a ver com a corrupção” e ao “Movimento de combate à corrupção eleitoral”, com a proposta de atuação conjunta e ativa.

Outro tema importantes que gerou bastante interesse dos membros da assembleia foi a apresentação do projeto FreeMenc (rede de relacionamento profissional entre maçons).

Aprovada ainda: o desencadeamento de ações através dos Grandes Orientes Confederados para o apoio ao cumprimento integral das funções do CNJ-Conselho Nacional de Justiça e a expedição de moção de apoio Senador Pedro Taques (MT) em vista aos trabalhos que vem realizando para a regulamentação integral da Constituição Federal.


Grand Orient de France Ethique et Corps, exposition



Exposition collective d'art contemporain dans le cadre d'une réflexion sur l'art et la science, du 29 octobre 2011 au 14 janvier 2012.
Vernissage le 29 octobre 2011 de 15h à 21h.

Les artistes exposés : Guillaume Baychelier, Rodolphe Cintorino, Thierry Hay, Emmanuel Lacoste, Marie Lankester, Julien Salaud, Edouard Sufrin, Stelarc et Etienne Yver.

Psyché et soma se sont souvent retrouvés dans des camps opposés, pas seulement en médecine, mais aussi dans l’imaginaire de nos sociétés.

Or, à l’évidence, avoir de l’homme une vue singulière et indivisible qui lie le corps à l’esprit et l’esprit au corps, c’est avoir, dans cette globalité, une certaine idée de la vie humaine sur terre, dans toute sa fragilité et son éphémérité, dans toute sa noblesse, sans référence obligée à un immanentisme.

Ce respect, que l’on a pour les hommes et les femmes de notre temps commence là, dans l’affirmation qu’il n’y a pas de matérialisme et de spiritualisme opposés, mais un humanisme, où l’on fait, comme dit Camus, un pari sur l’homme sans autre fin que lui-même.

Ce pari, les francs-maçons le font, en essayant, laborieusement, de fonder leur démarche initiatique dans ce postulat, sans même l’espoir ou l’illusion d’une vérité.

Mais est-il nécessaire d’espérer pour entreprendre ?

La démarche artistique a toujours été en pointe, naturellement, dans ce domaine. Sans remonter obligatoirement à l’Origine du Monde, tableau qui était d’ailleurs l’oeuvre d’un franc-maçon. Mais faire de sa vie une petite oeuvre d’art au sens le plus commun et le plus humble n’est-ce pas aussi une philosophie ?

Merci donc à ceux qui se sont engagés dans cette exposition pour témoigner.

Guy ARCIZET

Grand Maître du Grand Orient de France



lunedì 17 ottobre 2011

San Juan - Patrono de la Masoneria

Además de girar alrededor de su eje, la Tierra se desplaza en el espacio, con un movimiento de translación alrededor del Sol, cuando describe una elipse, de acuerdo con las leyes de Kepler. Para un observador situado en la Tierra, todavía, es como si estuviera fija y el Sol se moviese alrededor de ella, siguiendo un camino, que, como ya fue visto, es llamado de eclíptica.

En su marcha alrededor del Sol, la Tierra, describiendo una elipse, quedará más próxima, o más alejada del astro de luz. El punto más próximo — 147 millones de Kilómetros — en el perihelio; y el más alejado — 152 millones de Kilómetros — en el afelio. Si la Tierra, en su movimiento de translación, girase sobre un eje vertical con relación al plano de su órbita, sus diferentes regiones recibirían la iluminación siempre sobre el mismo Angulo y la temperatura seria siempre constante, en cada una de ellas. Mas, como el eje esta inclinado, con relación a su orbita, esa inclinación hace que los rayos solares incidan sobre la Tierra siguiendo un ángulo diferente, variando cada día que pasa. Y así, se van sucediendo las estaciones de Verano, Otoño, Invierno y Primavera.

Como los planos del ecuador terrestre y de la eclíptica no coinciden, teniendo una inclinación, uno con respecto al otro, de 23 grados y 27 minutos, ellos se cortan a lo largo de una línea, que toca la eclíptica en dos puntos: son los equinoccios. El Sol, en su órbita aparente, cruza estos puntos, al pasar de un hemisferio celeste para el otro; el pasaje de Sur a Norte, marca el inicio de Primavera en el hemisferio Norte y de Otoño en el hemisferio Sur; el pasaje del Norte para el Sur, marca el inicio del Otoño en el Hemisfério Norte y de la Primavera en el Hemisfério Sur. Esos son los equinoccios de Primavera y de Otoño.

Por otro lado, en los momentos en que el Sol tiene su mayor distancia angular del ecuador terrestre, o sea, cuando se da el máximo valor de su declinación, ocurren los solsticios. Los dos solsticios ocurren el 21 de Junio y el 21 de Diciembre; la primera fecha marca un pasaje del Sol por el primer punto del Trópico de Cáncer, mientras que la segunda es el pasaje del Sol por el primer punto del Trópico de Capricornio. En el primer caso, el Sol está en afelio y es solsticio de Verano en el Hemisferio Norte y de Invierno en el Hemisferio Sur; en el segundo, el Sol está en perihelio y es solsticio de Invierno en el Hemisferio Norte y de Verano en el Hemisferio Sur. Por tanto, el solsticio de Verano en el Hemisferio Norte y de Invierno en el Hemisferio Sur, ocurre cuando el Sol está en su posición mas boreal (Norte), mientras que el solsticio de Verano en el Hemisferio Sur y el de Invierno en el Hemisferio Norte, ocurre cuando el Sol está en su posición mas austral (Sur).

Por herencia recibida de los miembros de las organizaciones de oficio, que, tradicionalmente, acostumbraban conmemorar los solsticios, esa práctica llegó à la Masonería moderna, pero ya sazonada por la influencia de la Iglesia sobre las corporaciones operativas. Como las fechas de los dos solsticios son 21 de Junio y 21 de Diciembre, muy próximas a las fechas conmemorativas de San Juan Bautista — 24 de junio — y de San Juan Evangelista — 27 de Diciembre — ellas finalmente se confundieron con estas, entre los operativos, llegando así a la actualidad. Hoy, la instalación de los Grandes-Maestros de las Obediencias y de los Venerables Maestros de las Logias se realizan el 24 de Junio, o en una fecha bien cercana y no se puede olvidar que la primera Obediencia Masónica del mundo, como ya fue visto, fue fundada en 1717, en el día de San Juan Bautista.

Gracias a eso, muchas corporaciones, aunque hubiese un santo protector para cada uno de esos Grupos Profesionales, acabarían adoptando los dos San Juanes como Patronos, haciendo llegar esa costumbre a la moderna Masonería, donde existen, siguiendo la mayoría de los Ritos, las Logias de San Juan, que abren sus trabajos “A la Gloria del Gran Arquitecto del Universo (Dios) y en honor a San Juan, nuestro patrono”, englobando, en ese momento a los dos santos.

En el templo Masónico, esas fechas solsticias están representadas en un símbolo, que es el Circulo entre Paralelas Verticales y Tangenciales. Este significa que el Sol no transpone los Trópicos, o que sugiere, a los masones, que la consecuencia religiosa del Hombre es inviolable, las paralelas representan los trópicos de Cáncer y de Capricornio y de los dos San Juan.

Tradicionalmente, por medio de la noción de puerta estrecha, como dificultad de ingreso, el masón evoca las puertas solsticias, estrechos medios de acceso al conocimiento, simbolizados en el circulo cósmico, en el circulo de la vida, en el zodiaco, por el eje Capricornio-Cáncer, ya que Capricornio corresponde, al solsticio de Invierno y Cáncer al de Verano (en el Hemisferio Norte, con su inversión para el Hemisferio Sur). La puerta corresponde al inicio, o al punto ideal de partida, en la elíptica de nuestro planeta, en los calendarios Gregorianos y también en algunos Pre-colombinos, dentro del itinerario Sideral..

El hombre primitivo distinguía la diferencia entre dos épocas, una de frío y una de calor, concepto que inicialmente le sirvió de base para organizar el trabajo agrícola. Gracias a eso es que surgieron los cultos solares, como el Sol siendo proclamado — como fuente de calor y de luz — o rey de los cielos es el soberano del mundo, con influencia marcada sobre todas las religiones y creencias posteriores de la humanidad. Y desde la época de las antiguas civilizaciones, el hombre imaginó los Solsticios como aberturas opuestas del cielo, como puertas, por donde el Sol entraba y salía, al terminar su curso, en cada circulo tropical.

La personificación de tal concepto, en el panteón romano, fue del Dios Janus, representado como divinidad bifásica, gracias a su marcha pendular entre los trópicos, como su propio nombre muestra esa implicación, ya que deriva de janua, palabra latina que significa puerta. Por eso, él era también, conocido como Janitur, o sea portero, siendo representado como un grupo de llaves en la mano, como guardián de las puertas del cielo. Posteriormente, esa alegoría pasaría a través de la tradición popular cristiana, para San Pedro, mas sin cualquier relación con los solsticios.

Janus era un dios bicéfalo, con dos caras simétricamente opuestas, cuyo significado simbolizaba la tradición de observar, una de las caras, constantemente, para el pasado, y la otra, para el futuro.. Los Césares de Roma imperial, en sus celebraciones y para dar ingreso al Sol en los dos hemisferios celestes, anteponían al dios Janus, para presidir todos los comienzos de iniciación, por atribuirle la guarda de las llaves.

Tradicionalmente, tanto para el mundo oriental, como para el occidental, el solsticio de Cáncer, o de la Esperanza, alusivo a San Juan Bautista (Verano en el hemisferio Norte e Invierno en el hemisferio Sur), es la puerta cruzada por las almas mortales y por eso es llamada la Puerta de los Hombres, mientras que el solsticio de Capricornio, o de Reconocimiento, alusivo a San Juan Evangelista (Invierno en el hemisferio Norte y Verano en el hemisferio Sur), y la puerta cruzada por las almas inmortales y por eso, denominada Puerta de los Dioses. Para los antiguos egipcios, el solsticio de Cáncer (Puerta de los Hombres) era consagrado al dios Anúbis; los antiguos griegos lo consagraban al dios Hermes. Anúbis y Hermes eran, en la mitología de esos pueblos, los encargados de conducir las almas al mundo extraterreno.

La importancia de esa representación de las puertas solsticias puede ser encontrada con el auxilio del simbolismo cristiano, pues, para un masón, las fiestas de los solsticios son, en último análisis, las fiestas de San Juan Bautista y de San Juan Evangelista. Son dos San Juan y allí hay una evidente relación con el dios romano Janus y sus dos caras: el futuro y el pasado, el futuro que debe ser construido a la luz del pasado. Sobre una visión simbólica, los dos se encuentran en un momento de transición, en el fin de un gran año cósmico y el comienzo de uno nuevo, que marca el nacimiento de Jesús: uno anuncia su venida y el otro propaga su palabra. Fue la semejanza entre las palabras Janus y Juanes (João – Juan, que, en hebreo es Ieho-hannam = gracia de Dios) que facilito el intercambio de Janus pagano por el Juan cristiano, con la finalidad de extirpar una tradición “pagana”, que se chocaba con el cristianismo. Y fue de esta manera que los dos San Juan fueron asociados a los solsticios y presiden las fiestas solsticias.

Continua, de esa manera la dualidad, principio de la vida: delante de Cáncer, Capricornio; delante de los días mas largos del Verano, los días mas cortos, del Invierno; delante de San Juan “de Invierno”, con las tinieblas, Capricornio es la Puerta de Dios, y San Juan “de Verano”, con la luz, Cáncer y la Puerta de los Hombres (vale recordar que, para los masones, simbólicamente, las condiciones geográficas son, siempre, las del hemisferio Norte).

Dentro de esa misma visión simbólica, podemos considerar la configuración de la constelación de Cáncer. Sus dos estrellas principales toman el nombre de Aselos (del latín Asellus, i = diminutivo de Asinus, o sea: jumento, burro). En la tradición hebraica, las dos estrellas son llamadas de Haiot Nakodish, o sea, animales de santidad, designados por las dos primeras letras del alfabeto hebraico, Aleph y Beth, correspondiente al asno y al buey. Delante de ellas, hay un pequeño conglomerado de estrellas, denominado en latín, Praesepe, que significa pesebre, corral, establo, y que, en francés, es “crèche”, también con el significado de pesebre, establo, cuna. Esa palabra “créche” ya fue inclusive, incorporada a idiomas latinos, con un significado de local donde los nuevos bebes son acogidos, temporalmente.

Ese simbolismo da sentido a la observación material: Jesús nació un 25 de diciembre, sobre el signo de Capricornio, durante el solsticio de Invierno, siendo colocado en un establo-cuna, entre un asno y un buey.

Esa fecha de nacimiento, todavía, es puramente simbólica. Para los primeros cristianos, Jesús nacería en Julio, sobre el signo de Cáncer, cuando los días son mas largos en el hemisferio Norte. En el sentido cristiano, en el plano simbólico, abordaría, entonces, apenas la Puerta de los Hombres y, así solamente habría la comprensión de Jesús, como ser, como hombre. Mas Jesús es el ungido, el Mesías, el Cristo — según la teología cristiana — y el otro polo, obligatoriamente complementario, es la Puerta de Dios, sobre el signo de Capricornio, tornando la dualidad comprensible.

Entretanto dos elementos, uno material y uno religioso, vendrían a influir en la determinación de la fecha del 25 de Diciembre. El material se refiere a los hábitos y costumbres de los antiguos cristianos y al aspecto religioso, al mitraismo de la antigua Persia, adoptado por Roma:

Los primeros cristianos del Imperio Romano, para escapar las persecuciones, crearon el hábito de festejar el nacimiento de Jesús durante las fiestas dedicadas al dios Baco, cuando los romanos, ocupados con los festejos y orgías, los dejaban en paz.

Mas el origen mitraico es el que parece mas plausible para explicar esa fecha totalmente ficticia: los adeptos al mitraismo acostumbraban reunirse en la noche del 24 para amanecer el 25 de Diciembre, la mas larga y mas fría del año, en una festividad llamada — en el mitraismo romano — de Natalis Invicti Solis (nacimiento del Sol triunfante). Durante toda la fría noche, se quedaban haciendo ofrendas y deseos pidiendo la vuelta de la luz y del calor del Sol, asimilado al dios Mitra. El cristianismo, al marcar esa fecha para el nacimiento de Jesús, lo identifico con la luz del mundo, la luz que surge después de las prolongadas tinieblas.

La Morte - (parte I di V)

Comunicazione dell’autore (Michele Barresi) da un lavoro in corso di stampa per i tipi della Tipheret, soggetta alle leggi del Copyright.

Un funerale per gli uomini è forse una festa di nozze per gli angeli.
(Kahlil Gibran)

Per morire bene, bisogna morire per qualcuno.

La morte nella nostra cultura fa parte di quell'oscuro da cui rifuggiamo e viene abitualmente rimossa. Non se ne parla volentieri e quando se ne parla si fanno i dovuti scongiuri.
E la morte, proprio per questa sua inspiegabilità e oscurità, ha nutrito l'immaginario occidentale, con i suoi spettri (i vampiri, ad esempio) e con molte elaborazioni narrative o cinematografiche (il gotico, il nero, lo splatter...).

Tabù
Per la nostra cultura la morte resta un tabù inspiegabile spaventoso. Occorre prenderne atto.
Ciò non mi impedisce di guardare a questo terrore ad occhi aperti, cercando di capirne i motivi e le implicazioni.
Molti, invece, credono di esorcizzare questo terrore voltando lo sguardo e "scappando".
Si illudono
Se facciamo una lista degli argomenti che solitamente si evitano, troviamo il morire proprio in cima.
Quindi vale la pena di scriverne.
E ne scriviamo…
Cos'è la morte? È esattamente la fine di tutto ciò che abbiamo conosciuto. Ecco la realtà. Il punto non è se sopravviveremo o non sopravviveremo. La sopravvivenza dopo la morte non è che un concetto. Noi non sappiamo, ma crediamo, perché credere ci conforta. Non affrontiamo mai il problema della morte in sé e per sé.
Certezze e incertezze
So che si muore, e che di là non sappiamo di preciso che cosa ci sia.
Se la vita ha uno scopo anche la morte ne deve avere uno.
É un mistero.
Così non mi stanco mai di pensare alla morte.
In questa tavola esporrò senza alcun nascondimento quello che è il mio pensiero sulla morte e sul suo significato escatologico.


venerdì 14 ottobre 2011

La Superbia




IL BISOGNO ESAGERATO DI RICONOSCIMENTO

Il superbo è una persona innamorata della propria superiorità, vero o presunta, per la quale si aspetta un riconoscimento.

Origini psicologiche
La superbia affonda le sue radici nel profondo dell'uomo, che è sempre teso alla ricerca e all'affermazione della sua identità. L'identità non è qualche cosa che si elabora al proprio interno, ma è qualche cosa che ciascuno negozia nel rapporto con gli altri, da cui attende il riconoscimento.
Il bisogno di riconoscimento nell'essere umano è fortissimo: forte al pari di altri bisogni più esistenziali…

Origini "storiche"
A un certo punto della nostra Storia, il Comunismo ha affermato che gli uomini sono tutti uguali. Da una parte, il diffondersi di tali convinzioni è stato benefico al progresso: gli uomini hanno incominciato ad avere pari opportunità indipendentemente da razza, credo, estrazione sociale.
D'altra parte, tuttavia, una forma esasperata di uguaglianza, riconosciuta per diritto di nascita, ha prodotto quell'omogeinizzazione dell'umanità che toglie ad ogni uomo la lotta per il riconoscimento, favorendo di conseguenza l'esplosione della superbia.

Gli uomini, infatti, sono tutti diversi. É certamente giusto che abbiano pari opportunità, nondimeno ci tengono alla loro individualità e unicità. Se vivono in condizioni che non permettono di rivendicare il proprio valore personale, in una società in cui, per "statuto", sono tutti uguali, è più probabile che la superbia e la vanagloria possano trovare terreno fertile per svilupparsi.

Anche il Cristianesimo, male interpretato, è stato utilizzato per affermare che gli uomini sono tutti uguali. In effetti il messaggio del Vangelo era un altro: Gesù affermava infatti che "gli uomini sono un Uno", non che sono tutti uguali, e la parabola dei Talenti ne è una dimostrazione…
Al contrario, in una società in cui vengono apprezzate le differenze, le persone possono essere orgogliose, nella accezione positiva del termine. L'orgoglio sano è quello che ci porta a difendere la nostra dignità di esseri umani, a rifiutare compromessi, a non farci calpestare, e ad essere soddisfatti di noi stessi quando ci realizziamo.
Nulla di buono potremmo fare senza una adeguata stima di noi, stima che dipende dalla consapevolezza delle nostre doti e dei nostri limiti. Ma quando l'orgoglio travalica, si trasforma in vanità, boria, e superbia.

Il comportamento del superbo
Di solito la persona superba si conosce poco; é talmente infatuata di se stessa che ogni tentativo di renderla più consapevole si rivela inutile. Non vuole intendere ragione, non tollera alcuna contraddizione e gli piace la compagnia degli adulatori.
La superbia fa sì che l'uomo si opponga ad ogni trasformazione interiore; fa tutto il possibile perché l'uomo non veda ciò che c'è di buono nell'altro, non perdoni, non esprima i suoi sentimenti e le sue emozioni, non sia autentico, non cerchi di fare qualche cosa per la sua crescita personale.

Le soluzioni per correggere la superbia
Correttivo della superbia è l'umiltà, ma non quella che coincide con la diminuzione di sé fino al limite dell'autodenigrazione. Piuttosto, quell'umiltà che frena l'impulso ad ignorare i propri limiti e perseguire mete che non sono alla propria portata.
La consapevolezza dei propri limiti concede ad ognuno di essere orgoglioso di sé senza doversi sottomettere ad un altro per umiltà, perché in questo caso non di umiltà si tratterebbe, ma di umiliazione.

Le relazioni con gli altri peccati capitali
La superbia è sottilmente imparentata con l'invidia, poiché il superbo, se da un lato tende a superare gli altri, quando a sua volta è superato non si rassegna, e l'effetto di questa non rassegnazione è l'invidia.
Al pari dell'invidia, anche la superbia ha un carattere "relazionale" nel senso che nessuno si insuperbisce in solitudine, ma sempre in relazione agli altri, di cui ha un assoluto bisogno per poter esprimere nei loro confronti la sua superiorità.

Conclusione
Nella nostra cultura c'è poco orgoglio e molta superbia, poca dignità e molta apparenza: per apparire si è disposti persino a svendersi e servire. É il degrado che crea uomini superbi senza orgoglio e uomini servizievoli senza umiltà.
La superbia è servile: non deve stupire chi, dopo avere conosciuto potere e ricchezza, quando va in rovina non ha nessuna difficoltà a strisciare.

Quando qualcuno si mostra gentile e umile, può succedere che la gente pensi che sia un debole, e ne approfitti per calpestarlo con prepotenza. Ma dopo un po', tutti si accorgeranno che il suo comportamento non é dettato da debolezza ma da una grande forza morale e spirituale.

Questo è il secondo dei 7 Peccati Capitali.

Tratto da: http://www.analisigrafologica.it/superbia.html


Massoneria e Religione

Comunicazione dell’autore (Michele Barresi) da un lavoro in corso di stampa per i tipi della Tipheret, soggetta alle leggi del Copyright.

Introduzione

Viene esposto il rapporto fra Massoneria e Religione, in conformità a quanto deliberato nel 1985 dalla Gran Loggia Unita d'Inghilterra.

Affermazione di principio
La Massoneria non è una religione né il sostituto di una religione. Essa richiede ai suoi appartenenti la piena e sincera credenza nell'Essere Supremo ma non fornisce una propria dottrina di fede.
La massoneria è aperta agli uomini di tutte le fedi religiose. Durante le proprie riunioni qualsiasi discussione di carattere teologico è vietata.

L'Essere Supremo
I nomi usati per indicare l'Essere Supremo offrono a uomini di fedi diverse, che altrimenti sarebbero rimasti estranei gli uni agli altri, la possibilità di riunirsi insieme alla gloria del Dio in cui ciascuno di essi crede, senza che i contenuti delle invocazioni possano causare dissensi tra loro.
Non esiste un dio massonico: il Dio di un massone è il Dio della religione che egli professa.
I massoni si riuniscono nel comune rispetto dell'Essere Supremo che rimane supremo nelle loro confessioni religiose.
La Massoneria non tenta in alcun modo di fondere assieme le singole religioni. Non esiste, pertanto, alcun dio massonico composito.

Il Volume della Legge Sacra
La Bibbia, considerata dai Massoni come il Volume della Legge Sacra, viene sempre tenuta aperta durante le riunioni massoniche.

Gli impegni dei Massoni
Gli impegni dei Massoni vengono sempre presi sopra il Volume della Legge Sacra o sul Libro da essi ritenuto sacro che viene tenuto aperto.
Si tratta di promesse atte a mantenere riservati gli antichi modi di riconoscimento fra Massoni e l'impegno a seguire i principi morali della Massoneria.

Confronto fra Massoneria e Religione
La Massoneria è priva degli elementi fondamentali di una religione:
a) Non possiede alcuna dottrina teologica e, vietando le discussioni sulla religione durante le proprie riunioni, non permette l'insorgere di una dottrina teologica massonica.
b) Non offre sacramenti e non esercita alcun culto.
c) Non pretende di condurre alla salvezza tramite opere, conoscenze segrete o qualsiasi altro mezzo. Gli elementi riservati della Massoneria concernono i modi di riconoscimento unitamente alle regole edificatorie trasferite sul piano simbolico, metaforico e morale e, pertanto, non concernono la salvezza e l'escatologia.

La Massoneria sostiene la religione
La Massoneria è tutt'altro che indifferente alla religione. Infatti, per senza interferire con la pratica religiosa, essa richiede che ciascun suo appartenente segua la propria fede e ponga i propri doveri verso Dio, qualunque sia il nome usato per identificarlo, al di sopra di tutti gli altri.
Gli insegnamenti morali della Massoneria sono accettabili da tutte le religioni.
La Massoneria, pertanto, sostiene la religione.

Comunicazione dell’autore (Michele Barresi) da un lavoro in corso di stampa per i tipi della Tipheret, soggetta alle leggi del Copyright.

mercoledì 12 ottobre 2011

Reflexiones esotéricas sobre el cuento de Blancanieves y los 7 enanos

BLANCANIEVES Y LOS 7 ENANOS

Érase una vez, una reina que se encontraba cosiendo junto a su ventana, ella se pincha el dedo con la aguja y la sangre cae a la nieve junto a la ventana con marco de ébano. Cuando ve la sangre en la nieve ella se dice a si misma: "¡Oh, cómo me gustaría tener una hija de piel tan blanca como la nieve, labios rojos como la sangre y pelo negro como el ébano!". Poco después, la reina da a luz a una niña que tiene la piel blanca como la nieve, labios rojos como la sangre y pelo negro como el ébano. La reina decide ponerle a su hija Blancanieves.
La reina, poco despues de dar a luz a la bebe, muere. Poco despues, el rey, se vuelve a casar. La nueva reina, que es una hechicera poderosa, posee un espejo mágico que responde a cualquier pregunta, al que a menudo se pregunta: "Espejito, espejito en la pared, ¿quién en la tierra es la más bella de todas?" a lo que el espejo siempre responde: "Tú, mi reina, eres la más bella de todas". Pero cuando Blancanieves llega a la edad de siete años, llega a ser tan hermosa como el día, y cuando la reina le pregunta a su espejo, este responde: "Reina, estás llena de belleza, es cierto, pero Blancanieves es más bella que tú". Aunque en otra versión el espejo simplemente responde: "Blancanieves es la más hermosa de todas".
La reina se pone celosa, y da órdenes a un cazador de llevar a Blancanieves al bosque para asesinarla. La reina le exige al cazador que de vuelta le traiga el corazón de Blancanieves, como prueba de su asesinato. El cazador lleva a Blancanieves al bosque, pero después de levantar el cuchillo para apuñalarla, se encuentra incapaz de matarla. Por el contrario, la deja ir diciéndole que debe huir y esconderse, y le trae a la reina el corazón de un ciervo joven, que luego es preparado por el cocinero real y comido por la reina.
En el bosque, Blancanieves descubre una pequeña casa que pertenece a siete enanos, donde esta decide descansar. Allí, los enanos se apiadan de ella, diciendo: "Si mantiene la casa para nosotros, cocinas, haces las camas, lavas, coses, tejes y mantienes todo limpio y ordenado, entonces usted puede quedarse con nosotros, y tendrá todo lo que quiera”. Advierten a Blancanieves no dejar entrar a nadie mientras ellos estén en las montañas. Mientras tanto, la reina le pregunta a su espejo una vez más ¿Quién es la más bella de todas? ", Y se horroriza al enterarse de que Blancanieves no sólo está viva y bien, sino que viviendo con los enanos, pero sigue siendo la más bella de todas.
La reina usa tres disfraces para tratar de matar a Blancanieves mientras los enanos están en las montañas. En primer lugar, disfrazada de vendedora ambulante, la reina ofrece a Blancanieves coloridas cintas para el cuello, Blancanieves se prueba una pero la reina la aprieta tan fuertemente que Blancanieves cae desmayada, haciendole pensar a la reina que está muerta. Blancanieves es revivida cuando los enanos le retiran la cinta de su cuello. A continuación, la reina se disfraza de persona mayor que vende peines y le ofrece un peine envenenado a Blancanieves. Aunque Blancanieves se resiste a que la mujer le ponga el peine, ésta logra ponérselo a la fuerza y Blancanieves cae desmayada.
Cuando llegan los enanos de las montañas le quitan el peine y se dan cuenta de que no alcanzó a clavárselo en la cabeza sino que solo la rasguñó. Por último, la reina prepara una manzana envenenada, se disfraza como la esposa de un granjero y le ofrece la manzana a Blancanieves. Cuando ella se resiste a aceptar, la reina corta la manzana por la mitad, y se come la parte blanca y da a la parte roja y envenenada a Blancanieves. Ella come la manzana con entusiasmo e inmediatamente cae en un profundo sopor. Cuando los enanos la encuentran, no la pueden revivir. Aún manteniendo su belleza los enanos fabrican un ataúd de cristal para poder verla todo el tiempo.
El tiempo pasa y un príncipe que viaja a través de la tierra ve a Blancanieves en el ataúd. El príncipe está encantado por su belleza y de inmediato se enamora de ella. Este le ruega a los enanos que le den el cuerpo de Blancanieves y pide a sus sirvientes que trasladen el ataúd a su castillo. Al hacerlo se tropiezan en algunos arbustos y el movimiento hace que el trozo de manzana envenenada atorada en la garganta de Blancanieves se caiga haciéndola despertar. El príncipe luego le declara su amor y pronto se planea una boda.
La reina vanidosa aún creyendo que Blancanieves está muerta, pregunta una vez más a su espejo quién es la más bella de la tierra, y una vez más el espejo la decepciona con su respuesta: "Tú, mi reina, eres bella, es cierto; pero la joven reina es mil veces más bella que tú."
Sin saber que esta nueva reina era de hecho su hijastra, la reina es invitada al matrimonio de un príncipe de un país vecino, cuando se da cuenta que la nueva reina es la princesa Blancanieves, la reina se asusta y se desespera tratando de pasar desapercibida.
Sin embargo el príncipe ve a la reina y Blancanieves la reconoce y le cuenta todo lo que la reina le hizo. Como castigo por sus malos actos el príncipe ahora rey manda a confeccionar un par de zapatos de hierro que son calentados al fuego hasta quedar rojos, luego el príncipe ordena a la reina ponerse los zapatos calientes y esta se ve obligada a hacerlo mientras baila hasta que cae muerta.


Interpretación esotérica.
En síntesis “La Belleza” tiene que luchar contra la mente. La envidia, los celos, la ira, la codicia, la trampa, el engaño, el poder, etc. Éstos no son más que diferentes nombres de la mente.
El alma bella e inocente cuando encarna en este plano de repente se encuentra en un letargo. Para encarnar le dan un cuerpo con ojos. Estos ojos sirven para ver lo externo. Con estos ojos, todo lo que ve aquí parecería que fuera lo único cierto. Sobre esas imágenes se dedica a especular y según la experiencia que va adquiriendo, juzga. El príncipe es el Maestro que pasa por ahí buscando esas almas adormecidas. Esta elección depende de que se encuentren aletargadas. Necesita que estén adormecidas, que hayan cerrado los ojos hacia lo externo. Al verlas en ese estado las rescata, las protege, "se enamora de ellas", las inicia, entonces en el trayecto de vuelta a su morada les abre los ojos, les saca el bocado envenenado que les ha dado a comer la mente y las revive.

Veamos cómo coincide todo esto con la historia de Blancanieves

Érase una vez, una reina que se encontraba cosiendo junto a su ventana, ella se pincha el dedo con la aguja y la sangre cae a la nieve junto a la ventana con marco de ébano.
Todo nace de una idea. La aguja es el punto primario inmóvil de donde nace la idea. El absoluto. Cuando ese punto se mueve y adquiere un movimiento rectilíneo se manifiesta, pincha el dedo y brota la sangre, que es el elemento interno, es la manifestación de esa idea. Esa idea cae sobre los opuestos, blanco y negro representados en la nieve y el ébano. Es sobre esta polaridad donde se puede expresar la idea.
Cuando ve la sangre en la nieve ella se dice a si misma: "¡Oh, cómo me gustaría tener una hija de piel tan blanca como la nieve, labios rojos como la sangre y pelo negro como el ébano!". Aquí se representa el principio de género, masculino y femenino. En el plano físico es la sexualidad.
Poco después, la reina da a luz a una niña que tiene las mismas características. Primero está la idea. En el momento que la idea se materializa se le pone nombre. Es en ese momento que la reina decide ponerle a su hija el nombre de “Blancanieves”.
La reina, poco después de dar a luz a la bebe, muere.

En realidad la historia trata de un solo personaje. Tanto la madre, (la idea primaria), como el padre, (el generador), la madrastra, (la mente), Blancanieves, (el alma pura), o los enanos, (los que fabrican este universo), el bosque, (el universo físico), son diferentes facetas y actitudes del mismo ser.
El rey, se vuelve a casar. La nueva reina, que es una hechicera poderosa, posee un espejo mágico. El espejo representa el principio de correspondencia, lo que es arriba es abajo. Si uno lo mira se da cuenta, especula. De ahí viene la palabra especular. La imagen está invertida pero es igual a la otra.
Por supuesto, el espejo responde a cualquier pregunta que a menudo le haga la mente. Pero cuando Blancanieves llega a la edad de siete años, el primer septenio donde se afirma el yo, por eso a esa edad se nos caen los dientes, llega a ser tan hermosa como el día. La niña va cambiando. Podría relacionarse con el principio de Vibración. Nada está inmóvil; todo se mueve. Aquí el símbolo del primer septenio de la niña es importante porque es cuando cambia los dientes y se afirma la personalidad. La mente no resiste que habiendo adquirido el conocimiento sobre “La Belleza”, compruebe que le falte todavía más. Las artimañas de la mente hacen que trate de destruir lo que no puede construir.
La reina se pone celosa, y da órdenes a un cazador, etc.
El cazador no es más que el ardid que crea la mente para quitarse la culpa. La ley aconseja, "No matarás" y la mente siempre encuentra el camino para transgredirla sin responsabilidad. "Hecha la ley, hecha la trampa". La reina le exige al cazador que le traiga el corazón de Blancanieves, como prueba de su obediencia. El cazador lleva a Blancanieves al bosque, pero después de levantar el cuchillo se encuentra incapaz de destruir la belleza. Por el contrario, la deja ir diciéndole que debe huir y esconderse, y le lleva a la reina el supuesto corazón de Blancanieves.
En el bosque, el mundo físico, Blancanieves descubre una pequeña casa que pertenece a siete enanos. El número siete es uno de los números misteriosos, símbolo del universo. Donde todo lo creado está manifestado por esa idea primaria.
Allí, los enanos se apiadan de ella, diciendo: "Si hace lo que le pedimos puede quedarse con nosotros, y tendrá todo lo que quiera”. El principio de Causa y Efecto. Advierten a Blancanieves no dejar entrar a nadie mientras ellos están en las montañas. El mundo físico tiene sus propias reglas con las cuales el individuo se maneja.
Mientras tanto, la reina le pregunta a su espejo una vez más ¿Quién es la más bella de todas? ", Y se entera de que Blancanieves no sólo está viva sigue siendo la más bella de todas.
Cuando a la mente ya no le queda otro recurso no delega en nadie más el hecho y se ve obligada a transgredir la ley frontalmente.
La reina usa tres disfraces para tratar de matar a Blancanieves mientras los enanos están en las montañas. Son los trucos mentales. En primer lugar, disfrazada de vendedora ambulante, la reina ofrece a Blancanieves cintas de colores... y Blancanieves al final cae asfixiada. A continuación, lo del peine. Por último, la reina le ofrece la mitad de la manzana, el truco del truco, Blancanieves la come y cae en un profundo sopor. Cuando los enanos la encuentran, no la pueden revivir. Los enanos fabrican un ataúd de cristal para poder verla toda el tiempo. No pueden hacer otra cosa que vivir con el recuerdo.
Aparentemente hasta aquí gana el ego.
El príncipe, el Maestro, que viaja a través de la tierra ve a Blancanieves y se enamora de ella. Consigue el cuerpo de Blancanieves y ordena a sus sirvientes que la trasladen a su castillo. En el viaje el príncipe le saca de la garganta lo que la mente le había dado a comer. La reina pregunta a su espejo quién es la más bella y una vez más el espejo le responde: "Tú, mi reina, pero...ella es mil veces más bella que tú"
Esta vez para encontrarla se le hace muy difícil porque ya no vive más con los enanos y además porque el príncipe la protege.
La reina es invitada al matrimonio de un príncipe de un país vecino sin saber que esta nueva reina es su hijastra. Cuando se da cuenta que la nueva reina es la princesa Blancanieves, la reina se asusta y se desespera tratando de pasar desapercibida.
Sin embargo el príncipe ve a la reina y Blancanieves la reconoce y le cuenta todo lo que la reina le hizo. Nada escapa a la Ley de Causa y Efecto. Como castigo por sus malos actos el príncipe, ahora rey, manda a confeccionar un par de zapatos de hierro que son calentados al fuego hasta quedar rojos, luego le ordena a la reina ponérselos. El dolor que le causa hace que mueva los pies que parece que bailara hasta que cae muerta. Aquellos malos pasos que dió los está purificando de esa manera. Los zapatos calentados al rojo con fuego indican que el fuego purifica porque consume todos los demás elementos. Cuando uno sólo ve este castigo, sin saber por qué le está pasando eso, piensa "Qué injusticia", "Qué malo es el príncipe". Para ser libre el alma debe eliminar al ego. La ley divina nunca actúa con venganza.
Lo positivo de la historia es que al final La Belleza es la que triunfa.
El alma cuando se purifica tiene el derecho de gozar de la felicidad.

Gerardo Cilveti

lunedì 10 ottobre 2011

6° Encuentro de C.I.MA.S.

Informe 6° Encuentro de CIMAS

TROISIÈME MANDAT DE GRANDE MAÎTRESSE DE LA GRANDE LOGE FÉMININE DE FRANCE







Communiqué de presse

TROISIÈME MANDAT DE GRANDE MAÎTRESSE DE LA GRANDE LOGE FÉMININE DE FRANCE POUR DENISE OBERLIN

Pour la 3ème année consécutive, l’Assemblée Générale (Convent) de la Grande Loge Féminine de France, qui se tenait à Paris les 16, 17 et 18 septembre 2011, a réélu Denise Oberlin à la présidence (Grande Maîtrise) de cette Obédience féminine qui compte plus de 13.000 membres et 400 Loges.

Témoignant du dynamisme de la Grande Loge Féminine de France, de son développement national et international, l’Assemblée Générale a voté la création de 15 nouvelles Loges.

Dans un monde en crise, Denise Oberlin a réaffirmé avec force les valeurs fondatrices de la Grande Loge Féminine de France avec lesquelles notre Obédience ne transige pas. Elle se mobilise sur les thèmes majeurs :

- la Laïcité, la liberté de conscience, le respect de la dignité des personnes, la solidarité, la conquête et la défense des droits des femmes, la jeunesse, le handicap, la fin de vie et le 5ème risque, le développement durable et l’Europe.

Paris, le 19 septembre 2011

“Il Quadro di Loggia”

Comunicazione dell’autore (Michele Barresi) da un lavoro in corso di stampa per i tipi della Tipheret, soggetta alle leggi del Copyright.

In questa tavola si parla della Tavola di Tracciamento
I Fr.lli A.A. che hanno partecipato ai seminari di formazione organizzati dal 2° Sorvegliante hanno ascoltato l’importanza di un argomento, spesso banalizzato, ma invece di estrema rilevanza, quale quello relativo al Quadro di Loggia, spesso confuso con la Tavola di Tracciamento.
Gran parte degli Autori, infatti, trattano questo argomento in modo estremamente superficiale e spesso esclusivamente in modo descrittivo.
Vediamo quindi di chiarirci un attimo le idee.
Per Quadro di Loggia si intende un tappeto, ma più spesso un quadro vero e proprio, che riproduce tutti i simboli del Grado in cui si lavora; esiste pertanto un Quadro del Primo, del Secondo ed uno del Terzo Grado.
Per ovvi motivi ci limiteremo a parlare brevemente solo di quello in Primo Grado.
«Questo "Quadro" comporta due Colonne, sormontate da Melagrane, poste ai lati di una porta alla quale conducono tre Scalini, seguiti da un pavimento a mosaico. Vi si vedono anche tre Finestre, una Pietra
Grezza, una Pietra Cubica a punta. Un Cordone con tre nodi fa da cornice al "Quadro" che comprende inoltre il Sole e la Luna, cioè i due Luminari, la Squadra e il Compasso, la Perpendicolare e la Livella,
il Maglietto e lo Scalpello, la Tavola da disegno» (J. Boucher: "La simbologia Massonica").
Quindi un coacervo di simboli.
Ma a questo punto viene da chiedersi se il quadro di Loggia sia esso stesso un simbolo e meno.
Bonvicini è di questo parere «Il Quadro di Loggia - che riproduce, in 1° Grado, la porta ed i simboli del Tempio - ci sembra evocare l'immagine del micro-cosmo nel cosmo, quest'ultimo rappresentato dal

sabato 8 ottobre 2011

LAS ARTES LIBERALES EN LA MASONERIA

Escribe: M:.M:. Herbert Oré Belsuzarri

Los masones operativos en la construcción de una catedral o monasterio conjugaban sintéticamente la actividad intelectual y la manual: la idea concebida en el espíritu se plasmaba en la piedra gracias al esfuerzo y habilidad de la mano, siendo esto mismo válido para cualquier otro oficio y artesanía. El origen de las artes y ciencias liberales se remonta a las escuelas griegas y romanas, especialmente a la de Atenas y Roma, sin olvidar el importante aporte de la cultura islámica, sin embargo estas “habilidades” ya se practicaban mucho antes en Sumeria, Caral, Harappa, China y otros.

venerdì 7 ottobre 2011

La filosofia Ermetica e lo Scozzesismo

La Massoneria volendo essere della vita la sua essenza spirituale intende penetrare ed addestrare i propri affiliati nei significati della vita superiore.
Ciò lo fa ricorrendo al simbolismo e al metodo del dialogo. Quel dialogo che apparirà serrato nelle iniziazioni e nei riti e a quel simbolismo che curerà e tramanderà come nessun altro sodalizio moderno e che fu coltivato dalle religioni segrete dell’antichità.
Tali religioni vennero chiamate misteri perché coltivate nel mistero. Di qui i misteri di Iside, Osiride, Cerere e Mitra. A questi misteri sono particolarmente iniziati i Massoni di Rito Scozzese.
In tutti i gradi di Rito Scozzese ci si attarda, oltre i simboli e nel rispetto scrupoloso dei Riti, sulla filosofia che accompagna ciascun grado.
Il R.S.A.A. fa si che il Massone che perviene al grado 4°, possegga prudenza, dominio di sé, perseveranza nel bene. Il Massone che perviene al grado 9° sia esempio di coraggio, di dedizione, obbedienza, giustizia. Chiede poi di conseguenza al Principe Rosa Croce il senso della fratellanza universale e che sia in possesso della sintesi di tutte le religioni e di tutte le scuole filosofiche non materialiste. Tutto ciò affinché colui che infine perviene al 30° grado, cioè Cavaliere Kadosch, ovvero Santo, vi giunga con la capacità, la struttura idonea per immedesimarsi nel regno della bontà, che è il regno stesso di Dio; quel Dio che la Massoneria venera sotto il nome di Grande Architetto dell’Universo; affinché egli possa poi dare forma e risultati pratici alle conoscenze spirituali acquisite.

I principi massonici espressi con una miriade di simbolismi approvati dal “Convento dei Supremi Consigli Federati del R.S.A.A.” riunitosi a Losanna nel 1875 e oggi validi sono i seguenti:
a) nessun limite alla ricerca della Verità;
b) riconoscimento incondizionato di un Ente Creatore sotto il nome di G.A.D.U.;
c) il sodalizio è aperto a tutti gli uomini di tutte le nazionalità, razze, credenze;
d) lotta contro l’ignoranza, sotto tutte le forme.


giovedì 6 ottobre 2011

Assemblea annua Eliopolis



Sull'onda della festosa risorrenza dell'Aecquinoctium Autumnalis Venerdì 14 ottobre si terrà la presentazione delle attività dell'Associazione Culturale ELIOPOLIS con un Assemblea Annua e una cena sociale di riapertura a cui sono invitati tutti i soci e gli amici.

per informazioni: info@eliopolis.eu

martedì 4 ottobre 2011

L'Invidia


L'invidioso soffre quando un altro riscuote successo, come se quel riconoscimento fosse stato negato a lui, che ne aveva diritto, per conferirlo ad un altro, che non lo meritava.Si invidiano principalmente titoli, beni o doti personali che fruttano, a chi li possieda, una stima in ambito sociale. Da ciò scaturisce un correttivo dell'invidia: concentrarsi sui propri obiettivi per rendersi meno dipendenti dal giudizio altrui e coltivare le proprie differenze per non percepire il successo altrui come una diminuzione di sé, per non sentirsi in una perenne competizione dove si è tenuti a dimostrare in ogni circostanza il proprio valore. ("ansia da prestazione").L'invidioso si sente l'unico meritevole di riconoscimenti, ma non si impegna seriamente per ottenerli. L'invidioso sminuisce il successo altrui, sostenendo che sia frutto di un'ingiustizia. Se però, nelle stesse condizioni, quel riconoscimento fosse andato a lui, allora sarebbe stato pienamente meritato.
L'invidioso non tollera che un altro, con le sue stesse caratteristiche, riesca ad ottenere di più: infatti l'invidia presuppone la percezione dell' altro come rivale.
Esempio: Il modesto impiegato non invidia l'auto di lusso di proprietà del ricco, ma non concepisce che anche il suo collega se la sia potuta permettere.

L'invidioso non dichiara la sua invidia a causa della riprovazione sociale a cui è soggetta.
La dissimula, la cova interiormente e questo comporta ulteriore frustrazione. L'invidioso contesta la società: ritiene che essa abbia sbagliato nell'attribuire fama, ricchezza o onoreficenza, e le abbia concesse a chi non le meritava. A sua volta la società condanna l'invidioso in quanto ambizioso e superbo: chi pretende un riconoscimento automaticamente diventa non meritevole di riceverlo perché, in base agli stereotipi, l'umiltà è l'unica condizione per esserne degni.


Questo è uno dei 7 Peccati Capitali

Tratto in parte da: digilander.libero.it

sabato 1 ottobre 2011

La música de les llums

Cartell Concert La Musica de Les Llums 3