Widget ultimi articoli con miniature

lunedì 24 ottobre 2011

La Morte - (parte III di V)

Comunicazione dell’autore (Michele Barresi) da un lavoro in corso di stampa per i tipi della Tipheret, soggetta alle leggi del Copyright.

Le tre domande

Devo ammettere che per molto tempo non mi sono posto seriamente il problema, ho spesso considerato come un grazioso gioco di parole le tre domande fondamentali che si pone l’uomo:
"chi sono?".
"da dove vengo?"
“dove vado?"
Quando ci si pone questi quesiti con onestà intellettuale, l’uomo individuale si rende conto di non essersi fatto da sé e di non essere eterno.
In altre parole, con l'aiuto della ragione, l’Uomo matura la chiara consapevolezza di non essere affatto l'indiscusso padrone della propria vita: non ha deciso lui di nascere, come non ha deciso né il quando né il dove né da chi.

A questo punto mi ripropongo la prima domanda: “Chi sono?”
Dal punto di vista biologico sono il prodotto di un’evoluzione naturale, fisica ed intellettuale iniziatasi sin dall’istante in cui Dio creò l’universo e completatasi, per quello che mi riguarda, in me.
La risposta a questa prima domanda non trova ostacoli nella mia ragione ed anche se non scientificamente dimostrabile mi sembra che possa essere ragionevolmente ed esotericamente accettabile.




Le cose si complicano quando mi pongo la seconda domanda: “da dove vengo?”
Anche se ne potremmo discutere a lungo, diamo per scontato che ci sia un Creatore, un Demiurgo, un Grande Architetto, una “singolarità”, chiamatelo pure come volete, dal quale Tutto origina.
Bene.
La risposta ovvia è: facendo io parte del Tutto ed il Tutto provenendo da Dio, anche io provengo da Dio.

A questo punto mi piace ricordare che l’universo avrebbe circa 14 miliardi di anni, Il pianeta Terra ha approssimativamente 4,6 miliardi di anni, la vita sarebbe cominciata circa 3,4 miliardi di anni fa, la comparsa dell'uomo sulla Terra risalirebbe da 250.000 a circa 500.000 mila anni fa.
Rapportando il tempo della presenza dell’uomo sulla terra all’età dell’universo l’uomo compare dopo 13 miliardi e 200 milioni di anni dall’inizio della creazione.
Biblicamente si potrebbe dire che la notte sul quinto giorno di Dio (la Genesi recita e fu giorno e fu notte) è calata 13 miliardi e 200 milioni di anni fa ed il sesto giorno è iniziato solo da 200 a 500 milioni di anni fa e siccome la “creazione dell’uomo” è in continua evoluzione perdura ancora oggi.
Dio ancora non si è riposato.

Dobbiamo farci una domanda: come è perché l’uomo compare sulla Terra. Non tanto come, ma piuttosto perché, ma sul perché dirò in un’altra occasione, se un’altra occasione ci sarà.

Riguardo al “come” vi esporrò brevemente il pensiero che dal mio inconscio esoterico (lo spirito che è in me) è affiorato a livello di conoscenza.
Quando il primo cercopiteco fu capace di alzarsi sulle zampe posteriori, grazie allo sviluppo dei glutei; quando la prima scimmia incominciò a mettere la mano al servizio del cervello; quando il primo umanoide si sedette su un tronco abbattuto guardando preoccupato il sole che stava per tramontare temendo che non tornasse più, Dio fece il miracolo: creò l'uomo dando all'animale evoluto una scintilla della Sua Luce, un alito del Suo Spirito.

Senza dilungarmi molto posso dire che l’uomo è l’unico animale che possiede lo Spirito.

Tutti gli esseri viventi posseggono un corpo ed un’anima. Il corpo è un agglomerato di materia altamente differenziata e l’anima è energia vitale che consente al corpo di formarsi, di crescere di agire.
Ogni sostanza per essere animata deve disporre di un’energia che le consenta di esserlo.
L’anima dell’uomo e degli animali è energia, la materia può trasformarsi in energia e l’energia in materia sempre nel rispetto della legge universale “nulla si crea e nulla si distrugge, tutto si trasforma”.

“L’uomo rispetto agli altri animali ha uno spirito che è parte di Dio e che in lui si incarna portando in se tutta la Sapienza divina”. Ma questa Sapienza è accuratamente velata nell’inconscio esoterico dell’uomo.
L’uomo è trino: corpo, anima e spirito e come tale vive in tre distinti ma unificati livelli, ma di questo potremo parlare in un’altra occasione.

La crescita spirituale dell’uomo sarà proporzionale alla parte del suo inconscio esoterico che durante la sua vita affiorerà a livello di “Conoscenza”.
Anche di questo argomento non parlerò in questa sede in quanto richiederebbe lunghe spiegazioni e non rientra nel tema che trattiamo oggi.

Oggi parliamo della Morte. La morte è un tabù. Poco si parla della Morte e proprio per questo noi ne dobbiamo parlare.

Senza dilungarmi in frasi fatte tipo “la morte è vita”, “la morte fa parte della vita” cercherò di stimolare la vostra attenzione e la vostra curiosità.
Attenzione comunicandovi quello che è il mio pensiero sul valore della morte arriverò ad una conclusione che suonerà come un colpo di scena.
Abbiamo detto che l’uomo è trino. Corpo, anima e spirito.

Il Corpo ed ogni suo componente anatomico o funzionale è capace di movimento, sia esso muscolare, organico o pura speculazione del pensiero. Ogni azione del corpo per esplicarsi ha bisogno di energia come una macchina ha bisogno di carburante per funzionare.

L’anima è energia ed è proprio quella quantità di energia che la natura mette a disposizione di ogni singolo essere vivente per la sua attività.

Lo spirito è solo dell’uomo e gli viene direttamente da Dio.

Ed eccoci alla terza domanda: “Dove vado?”

Il corpo muore, si dissolve col tempo nelle sue parti elementari, organiche ed inorganiche rientreranno nel grande ciclo della natura come materia, perché la fisica ci insegna che la quantità di materia nell’universo rimane sempre stabile sotto qualsiasi forma si presenti.
Ogni singola molecola entrerà a fare parte di altri regni della natura, animale, vegetale o minerale. Tutto continua ad esistere anche se in forme e modalità diverse. Il corpo nella sua unicità è mortale, le sue componenti fisico-chimiche sono immortali.

L’anima, l’energia, quando il corpo cessa la sua attività rientra nel grande ciclo energetico universale in quanto è noto che l’energia totale del cosmo è costante. Anche l’anima quindi non cessa di esistere, ma come energia sarà presente nell’universo sino a quando in questo ci sarà energia. Ergo anche l’anima è immortale, ma diversamente del corpo che rimarrà sempre coinvolto nella materia terrestre si libera in una forma eterea che appartiene all’intero universo.

Lo spirito infine, libero dai legami con cui l’anima lo teneva legato al corpo (i famosi “corpi sottili” di cui parlò anche Sant’Agostino) rientra e si confonde in Dio.

In estrema sintesi:
Il corpo muore, si dissolve e le sue parti elementari si riciclano entrando a fare parte della totalità della materia.
La sua anima lo abbandona ed essendo pura energia, continua ad esistere come tale e come tale rientra nel ciclo energetico dell'universo, nella cosiddetta "sfera astrale".
Lo spirito incarnato, parte di Dio torna, o meglio rimane in Dio libero dalle pastoie del corpo.

Concludendo:

Il corpo si dissolve in materia organica ed inorganica ed in secula seculorum continuerà a riciclarsi per la formazione di altri corpi. (perdonate il concetto semplicistico, ma che rende l’idea), Quindi il corpo, in quanto materia, è nei suoi componenti immortale.

L’anima è energia ed in quanto tale non può cessare di esserlo e per la legge della conservazione dell’energia universale, possiamo dire che è immortale.

Lo Spirito in quanto parte di Dio non è soltanto immortale, ma anche eterno.

Ma allora dove è la Morte?

La Morte non esiste!

Comunicazione dell’autore (Michele Barresi) da un lavoro in corso di stampa per i tipi della Tipheret, soggetta alle leggi del Copyright.