Da questi scritti emerge come il Vaticano non avrebbe in realtà alcuna intenzione di adeguarsi agli standard internazionali di trasparenza finanziaria e di normativa anti-riciclaggio, e di come ciò fosse risaputo negli ambienti della Santa Sede da mesi. A Dalla Torre viene chiesto un parere legale dalla segreteria di Stato vaticana, in merito alla normativa anti-riciclaggio interna introdotta da Benedetto XVI e i poteri dell’Aif di fare indagini sullo Ior. In ballo c’è infatti anche un’inchiesta della magistratura italiana, che aveva sequestrato diversi milioni transitati in maniera poco chiara su istituti di credito italiani.
Il parere di Dalla Torre, scrive Il Fatto, “spiega perché i magistrati della Procura di Roma non stanno ricevendo le informazioni né per via di rogatoria”, “né tramite l’Aif”. E che questa reticenza è proprio “una scelta voluta” del Vaticano. Secondo l’accademico, che scrive il 15 ottobre del 2011, l’Aif non è legittimata a spulciare nei conti IOR per operazioni avvenute prima dell’entrata in vigore della nuova normativa vaticana, quindi prima dell’aprile 2011. Ovvero, “esattamente l’opposto di quanto affermato nel comunicato della sala stampa della Santa Sede del 9 febbraio”. Anche sulla base di questo parere, il Governatorato vaticano limiterà fortemente il margine di manovra dell’Aif, con decreto a fine gennaio.
Il secondo documento cui il giornale fa riferimento è firmato dal presidente dell’Aif, il cardinale Nicora. Una lettera del 12 gennaio 2012, trasmessa anche al presidente dello IOR Ettore Gotti Tedeschi, “dimostrazione che lo Stato vaticano, dopo l’approvazione della legge del dicembre del 2011 che ha rappresentato certamente un primo importante passo verso l’apertura alla trasparenza bancaria, ha scelto di fare retromarcia”. L’Aif, rincara il quotidiano, sarebbe dunque “uno specchietto per le allodole”. Ha vinto la linea di chiusura sostenuta dal card. Bertone, non propriamente collaborativa con la magistratura italiana.
Come siano usciti certi scritti riservati non è dato sapere, ma si fanno sempre più fondate le ipotesi di un duro scontro tra correnti in Vaticano e di un attacco diretto proprio all’attuale segretario di Stato, il cardinal Bertone.
(Tratto da: uaar.it)