in foto: Giorgio Napolitano, Presidente della Repubblica Italiana |
Il New York Times ha dedicato il suo ritratto del sabato al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, "Re Giorgio", l'86enne excomunista che il mese scorso "ha orchestrato uno dei più complessi trasferimenti politici dell'Italia del dopoguerra, "un garante chiave della stabilità politica in tempi instabili". "Una performance tanto piu' impressionante -nota il quotidiano- dato che la presidenza italiana e' largamente simbolica, senza poteri esecutivi", ma Napolitano "ha spinto questo ruolo fino ai limiti" diventando un "power broker".
Il quotidiano racconta come Napolitano abbia "impiegato mesi nel preparare il terreno alla transizione", aiutato dalla sua forte popolarita'. Napolitano "e' emerso come l'anti Berlusconi", e accanto alla moglie Clio ha "incarnato un'Italia diversa, un'Italia di virtu' civiche", scrive il New York Times. Che racconta la sua biografia di ex alto dirigente del Pci, un politico che l'allora segretario di Stato americano Henry Kissinger chiamava il suo "comunista preferito". E nota come "un tempo, l'idea di un presidente americano che ringrazia Napolitano, che era essenzialmente il ministro degli Esteri del partito comunista-o anche soltanto che lo chiamasse al telefono, era impensabile". "Ora gli italiani guardano a Napolitano perche' guidi la nave dello Stato con la sua tranquilla abilita', mentre Monti e la sua squadra di tecnocrati si assumono la difficile sfida di modernizzare la scricchiolante economia italiana", conclude il giornale.
Il quotidiano racconta come Napolitano abbia "impiegato mesi nel preparare il terreno alla transizione", aiutato dalla sua forte popolarita'. Napolitano "e' emerso come l'anti Berlusconi", e accanto alla moglie Clio ha "incarnato un'Italia diversa, un'Italia di virtu' civiche", scrive il New York Times. Che racconta la sua biografia di ex alto dirigente del Pci, un politico che l'allora segretario di Stato americano Henry Kissinger chiamava il suo "comunista preferito". E nota come "un tempo, l'idea di un presidente americano che ringrazia Napolitano, che era essenzialmente il ministro degli Esteri del partito comunista-o anche soltanto che lo chiamasse al telefono, era impensabile". "Ora gli italiani guardano a Napolitano perche' guidi la nave dello Stato con la sua tranquilla abilita', mentre Monti e la sua squadra di tecnocrati si assumono la difficile sfida di modernizzare la scricchiolante economia italiana", conclude il giornale.
( Tratto da: Affari Italiani.it )