«Dobbiamo chiederci - ammoniva il teologo gesuita - se la gente ascolta ancora i consigli della Chiesa in materia sessuale. L'atteggiamento che teniamo verso le famiglie allargate determinerà l'avvicinamento alla Chiesa della generazione dei figli», proseguiva Martini, che nel colloquio pubblicato dal Corsera portava un esempio pratico a sostegno delle sue tesi: «Una donna è stata abbandonata dal marito e trova un nuovo compagno che si occupa di lei e dei suoi tre figli. Il secondo amore riesce. Se questa famiglia viene discriminata, viene tagliata fuori non solo la madre ma anche i suoi figli. Se i genitori si sentono esterni alla Chiesa o non ne sentono il sostegno, la Chiesa perderà la generazione futura».
La conclusione: «La domanda se i divorziati possano fare la Comunione dovrebbe essere capovolta. Come può la Chiesa - si chiedeva Martini - arrivare in aiuto con la forza dei sacramenti a chi ha situazioni familiari complesse?».
(Tratto da: unita.it)