Il Grande Oriente Democratico di Gioele Magaldi punzecchia il premier Mario Monti sulla sua presunta appartenenza alla massoneria. «C’è da scompisciarsi», chiosano i grembiulini in una nota comparsa sul loro sito dopo l’intervista del presidente del Consiglio a Otto e Mezzo, sabato 21 gennaio con Lilli Gruber.
«Non so bene cosa sia la massoneria. Io so di certo di non essere massone e non saprei neanche come valutare o accorgermi se uno lo è», ha detto Monti. I fratelli però hanno sentito odore di bruciato in quelle parole. Tanto da suggerire che il premier sta forse osservando i precetti di Licio Gelli. «Negare, sempre negare, anche di fronte all’evidenza», suggeriva infatti il gran maestro ai fratelli piduisti, «se colti con il sorcio in bocca» o con «il nome» in qualche lista. «Forse l’avranno consigliato di parlare così i Fratelli inglesi della City di Londra», si legge sul sito del Grande Oriente Democratico. «Dai quali il Massone anglofilo Monti è appena andato a chiedere fraterno soccorso per il suo traballante percorso di statista». Lanciano messaggi i fratelli di Magaldi. «Purtroppo, Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino, opera del semi-massone Carlo Collodi, rappresentano in Italia un libro molto letto e molto imitato, specie per quel che concerne le parte più drammatica e satirica del romanzo, quella in cui al famoso burattino cresce smisuratamente il naso ogni volta che afferma quello che pensa gli faccia comodo in luogo di ciò che è». Chissà se Monti risponderà.(Tratto da: Linkiesta)