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giovedì 31 maggio 2012

Terremoto Emilia: 300 scosse in due giorni, si teme il "big one"


(AGI) - Modena, 31 mag. - La terra continua a tremare in Emilia. Sono state piu' di 30 le scosse che si sono susseguite nella notte fra le province di Modena, Ferrara e Mantova, zona gia' colpita dal sisma del 20 e del 29 maggio. In due giorni si sono registrate nella zona circa 300 scosse. Da mezzanotte alle 6,30 circa di oggi sono state 32 le scosse segnalate sul sito dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. La piu' forte e' avvenuta alle 6,20 con epicentro a Finale Emilia e ha fatto registrare una magnitudo 3.6. Tra i paesi piu' colpiti dal sisma c'e' Mirandola. Intanto cresce la preoccupazione per un possibile 'big one', un terremoto di intensita' ancor piu' alta. Secondo il presidente dell'Ingv, Stefano Gresta, infatti, "non si puo' escludere che ci siano repliche di magnitudo uguale o superiore a 5 nelle prossime settimane".
Gresta ha anche affermato che servira' "riprendere tutti i dati per individuare se la causa delle ultime scosse e' una seconda faglia o il movimento della prima". Le notti del centro di Mirandola, uno dei comuni devastati dal terremoto, dopo la creazione della 'zona rossa' da fulcro della movida sono diventate preda di un deserto spettrale con pochi oggetti abbandonati per strada che testimoniano la fuga della gente. I battenti di molte finestre, nei vicoli alle spalle del Duomo sono aperti. In qualcuna spunta una luce dimenticata accesa. Qualche cortile ha il cancello spalancato a meta', che viene mosso soltanto da qualche folata di vento.
  Tutto intorno silenzio totale. Il bar del teatro dove prima c'era la fila per prendere lo spritz, da giorni e' deserto; c'e' una selva di inferriate a recintare la piazza che oggi e' off limits. Il municipio e' stato puntellato per evitare che crolli. Alle sue spalle restano le rastrelliere colme di quotidiani e riviste per bambini che la giornalaia non ha avuto il tempo di riporre nell'edicola. Mentre sui tavolini di fianco sono rimasti i contenitori con le bustine di zucchero, una copia della Gazzetta di Modena con la prima pagina sul terremoto e su ogni tavolo dei piccoli vasi con i fiori finti, quasi tutti rovesciati. Oltre la strada, verso il Duomo di cui e' rimasta solo la facciata, resta accesa la croce verde della farmacia. Nel bar accanto illuminato dalle luci al neon due sedie ribaltate sbarrano l'ingresso mentre nel bancone ci sono ancora le brioche. Due biciclette nel loro parcheggio hanno i sellini ricoperti dalla polvere di calcinacci che continuano a cadere dagli edifici. E nei vicoli cumuli di macerie venuti giu' dai palazzi ottocenteschi, come un monito che vale piu' di tutte le inferriate del paese. Diciassette morti, 15mila assistiti, piu' di 350 feriti. Sono i numeri complessivi dopo le tante scosse, tre delle quali di grado superiore a 5 della scala Ritcher, che si sono abbattute sul modenese a 10 giorni dal primo sisma che ha colpito l'Emilia. E la procura di Modena ha anche aperto un'inchiesta per omicidio colposo, riguardante il crollo di numerosi capannoni.
  L'ultima vittima del terremoto che ha colpito il territorio emiliano e' stata l'operaio, inizialmente dato per disperso e trovato morto tra le macerie del capannone di Medolla. Non e' in pericolo di vita, invece, la donna sopravvissuta al terremoto ed estratta dalle macerie dopo il crollo della sua casa a Cavezzo. Per far fronte all'emergenza in Emilia, il Consiglio dei ministri ieri ha deciso l'aumento di 2 centesimi dell'accisa sui carburanti, che pero' "durera' fino al 31 dicembre". Alla domanda su un possibile aumento dell'Iva, il premier, Mario Monti, ha risposto: "Credo si debba evitare, pero' vedremo". Il Consiglio ha anche approvato l'estensione dello stato di emergenza alle Province di Reggio Emilia e Rovigo, l'istituzione di una giornata di lutto nazionale per il 4 giugno e il rinvio a settembre dei versamenti fiscali e contributivi delle zone colpite.
  La procura di Modena ha aperto un'inchiesta per omicidio colposo e lesioni colpose in relazione ai crolli causati dal terremoto e alla morte di numerosi operai. L'inchiesta, che allo stato non vede indagati, si focalizzera' sulle cause che hanno portato al collasso dei capannoni nella aree piu' colpite, per accertare se sono state rispettate le norme antisismiche nella progettazione e costruzione.
  Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, da Pordenone ha posto la parola fine alle polemiche sulle celebrazioni del 2 giugno. "Le celebrazioni si faranno" ha detto il capo dello Stato. Sara' pero' un 2 giugno improntato a "funzionalita' e sobrieta'": niente fanfara, niente cavalleria e, soprattutto, niente frecce tricolori.
  Il premier, Mario Monti, ha deciso di rimanere a Roma anche domani a causa dell'emergenza: non partecipera' alle due conferenze in programma a Bruxelles. "Nessuno lascera' solo nessuno" ha assicurato il presidente del Consiglio. Anche il Papa Benedetto XVI ha auspicato che "con l'aiuto di tutti e la solidarieta' dell'intera nazione possa riprendere al piu' presto la vita normale in quelle terre cosi' duramente provate"

(Tratto da: agi.it)