Si vada sul Sito ufficiale del Grande Oriente d’Italia (www.grandeoriente.it), nella Sezione “Eventi e News”, alla data del 22 marzo; oppure si vada direttamente sul Sito www.lestorie.rai.it e si guardi la
Intervista di Corrado Augias a Gustavo Raffi del 22 marzo 2012 (clicca sopra per vedere).
Per gran parte dell’intervista, il copione di sempre.
In apparenza un bonaccione romagnolo anche un po’ più imbolsito e opaco del solito, la cui noncuranza imbranata nella gestione del telefonino (che ha squillato due volte durante la trasmissione) si incastona benissimo nell’immagine rassicurante, dissimulatrice e minimizzante che questo vecchio Volpone ama dare di sé ai media italioti.
Dietro questa apparenza, le reiterazione costante dei soliti refrain, volti a disinformare e a mistificare il ruolo di ieri e di oggi di Palazzo Giustiniani nelle vicende italiche.
L’infinita retorica del libro In nome dell’Uomo. Dal Risorgimento alla Modernità. Il ruolo del Grande Oriente nell’Italia unita, Mursia Editore l’abbiamo già messa in evidenza in altre occasioni (in proposito, per approfondire, si digiti questo titolo nella Sezione del nostro Sito, CERCA IN GOD), sottolineando che si tratta di un pamphlet pieno di osservazioni edificanti e di buoni propositi, giustapposti ipocritamente a velare una realtà – quella della Gran Maestranza raffiana dal 1999 ad oggi - contraddistinta da dispotismo, illegalità, violazione della Costituzione e del Regolamento del GOI, affarismo, neo-piduismo e cattiva gestione delle risorse spirituali, materiali e umane di Palazzo Giustiniani e dintorni, e così via.
Analogamente, a confutazione tombale del solito aforisma raffiano ad uso dei giornalisti sprovveduti e di un’opinione pubblica confusa - la P2 sta al GOI come le Brigate Rosse al Partito Comunista Italiano – rimandiamo Corrado Augias e chiunque altro ancora non avesse compreso l’inesattezza storica e logica di una simile comparazione, sempre alla Sezione del nostro Sito CERCA IN GOD (clicca sopra per accedere e poi digita la frase comparativa incriminata per intero: appariranno numerosi rimandi a contenuti accessibili, pubblicati sul Sito www.grandeoriente-democratico.com), dove si potranno rinvenire esaustive argomentazioni sulla mala fede e sull’inconsistenza di un siffatto parallelismo pseudo-sociologico.
Alla fine dell’intervista, tuttavia, abbiamo visto il Gran Manipolatore Gustavo Raffi arrancare e balbettare, colto in fallo (e Augias nemmeno può immaginare quanto) sulla sacrosanta questione dell’ingresso (con pari dignità) delle donne nel Grande Oriente d’Italia.
Al Grande Ipocrita ravennate – che non si aspettava una simile domanda e una conseguente reprimenda da parte dell’intervistatore - non è stato possibile fare altro, dopo aver tentato una resistenza patetica, che tacere, con le orecchie abbassate e la coda fra le gambe.
Infatti, questo è stato più o meno il senso dell’osservazione di Augias: “come ci si può presentare (ndr: come fa con infinita retorica il libercolo fasullo In nome dell’Uomo) quali alfieri di diritti civili, di uguaglianza e di fratellanza, come corifei di modernità e laicità, se poi non si ammettono le donne in massoneria, con eguali diritti degli uomini, senza avere la classica paura tradizionalista, paternalista, maschilista, oscurantista e passatista del mescolamento dei sessi?”
“Allora siete come la Chiesa?”, ha concluso giustamente il conduttore-intervistatore.
Noi di Grande Oriente Democratico abbiamo per tempo denunciato, sin dalla nostra nascita come Movimento Massonico d’opinione per una radicale Riforma del GOI, l’immoralità e il non-sense storico e assiologico di una tale esclusione dell’altra metà del cielo dalla pariteticità di accesso ai templi libero-muratori.
A tal riguardo, si leggano le osservazioni contenute in
Lista “Grande Oriente Democratico”: Programma e iniziative (clicca sopra per leggere).
Ma quello che né Augias né molti telespettatori della trasmissione del 22 marzo 2012 sanno è che, quando Raffi fu eletto la prima volta nel 1999 e poi ancora la seconda nel 2004, egli stigmatizzava pomposamente l’ “ignominia della esclusione delle donne dal GOI e l’abominio della loro inclusione subordinata solo quali mogli e figlie di Massoni maschi nell’Ordine delle Stelle d’Oriente”.
Raffi prometteva di “cambiare questo ignobile stato di cose, che rende le donne indegnamente asservite ad un anacronistico paternalismo e maschilismo massonico” (parole sue, del 1999-2004).
Che ne è stato di questa parte del programma “primaverile e riformatore” in nome dell’Uomo di Gustavo Raffi?
Nulla.
Nulla di nulla, così come è accaduto per tutte le altre promesse di riforma in senso democratico e libertario delle strutture del GOI e per tutte le menate illusorie su un apporto civile e culturale di ampio respiro nel corpo vivo della società italiana, che Palazzo Giustiniani si sarebbe impegnato a profondere.
Le uniche battaglie che Raffi ha compiuto (insieme ai suoi scherani, sicofanti e cortigiani più squallidi, dopo che i Liberi Muratori più degni si sono allontanati da lui) sono state non in nome dell’Uomo, bensì in nome diFrate Gustavo da Ravenna, della sua famiglia di sangue e della sua clientela affaristico-massonica.
Tutto qui.
Una parentesi dolorosa e mistificatrice per la storia del GOI – questo quindicennio raffiano che volge al tramonto - a guardarla con occhi contingenti; la prosecuzione di un trend negativo che dura dal Secondo Dopoguerra,se vista con il binocolo lungimirante della Storia, che ben presto farà comunque giustizia di questo Gran Maestro: ipocrita, bugiardo e fellone quasi nella stessa misura di quel suo tal Fratello di Arcore.
(Tratto da: grandeoriente-democratico.com)