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lunedì 11 luglio 2011

Il Rito di Misraim e Memphis: genesi e contributo del Conte di Cagliostro

Il soggiorno napoletano dl Conte di Cagliostro racchiude la chiave dei misteri ermetici delle Logge Egizie e della scala di Napoli. Anche tutta la dottrina kremmerziana deriva dagli insegnamenti del Conte. Cagliostro, in quanto discepolo del Cavaliere d’Aquino,ebbe modo di frequentare i lavori della Perfetta Unione ed è da essa, o meglio dall’Ordine che si celava dietro di essa, che ebbe modo di attingere quel sapere iniziatico che gli permise più tardi di fondare il suo Rito dell’Alta Massoneria Egiziana. Ma non si pensi che il Conte fu solo “adepto”. Egli, da grande Iniziato, fu anche Maestro dei suoi Maestri. Così stretto fu il legame di Cagliostro con questa Loggia che nel 1783 sarà addirittura suo Maestro Venerabile e con essa non interromperà mai i suoi rapporti, nemmeno durante i suoi lunghi viaggi per tutta l’Europa, fino al momento del suo arresto a Roma. Nell’autunno del 1788 Cagliostro, rientrato in Italia, mentre si trovava a Venezia ospite della nobildonna Cecilia Tron che gli aprì le porte della nobiltà veneziana, fu interpellato da un gruppo di alti massoni veneziani i quali gli chiesero una patente costitutiva per poter operare sotto la sua egida. Apprendiamo da Carlo Francovich che si trattava di personalità importanti fra cui il consigliere di stato Francesco Battagia de Mori, l’ambasciatore Alvise Pisani ed il patrizio Alessandro Albrizzi, tutti membri della Loggia San Giovanni della Fedeltà. Costoro erano Massoni ma anche alti gradi della Stretta Osservanza Templare e soprattutto del Rito Scozzese Rettificato, il che comporta che erano già avvezzi ad un sapere esoterico di matrice ebraico-cristiana e alle corrispettive pratiche magiche che Willermoz aveva depositato all’interno del Rito Scozzese Rettificato, dopo averle per lunghi anni apprese dall’insegnamento diretto di Martinez de Pasqually e praticate sotto la sua guida. Per semplificare potremmo definire costoro degli “esoteristi cristiani” e questa è probabilmente la ragione per cui Robert Ambelain, parlando delle origini del Rito di Misraim scrive: “Questo rito appare per la prima volta a Venezia nel 1788. Un gruppo di sociniani (setta protestante antitrinitaria) chiese una patente costitutiva a Cagliostro”. Quale occasione migliore per costoro per poter ricongiungere la gnosi ebraico-cristiana di Martinez de Pasqually con la sapienza ermetica egizia propria di Cagliostro? Il Rito di Misraim o Rito degli Egiziani, fondato nel 1788 a Venezia in seno ad una società di protestanti sociniani, utilizzò i rituali del Rito Egiziano di Cagliostro, poi quelli del Rito Scozzese Rettificato, indi quelli del Rito Scozzese Antico ed Accettato, col quale ebbe legami strettissimi sino alla fine del 19° secolo, quando era ancora indipendente e non unito al Rito di Memphis”. Dunque il nucleo fondativo del rito massonico di Misraim così come oggi lo conosciamo vide la luce a Venezia nel 1788 anche se l’elemento più intimo di questo sistema proveniva da Napoli e fu Cagliostro a depositarlo nel seno di questo sistema, che non è nato già composto di 90 gradi come attualmente lo conosciamo ma si è strutturando gradatamente nel giro di una ventina di anni all’incirca. Tenendo conto che la Stretta Osservanza Templare aveva una gerarchia di sette alti gradi dopo la maestranza, altrettanti ne contava l’ordine degli Eletti Cohen, e che il rito di Cagliostro ne contava tre, è verosimile ritenere che, contando anche i tre gradi della massoneria universale,[l’originario sistema di alti gradi che si coagulò attorno alla Loggia “San Giovanni della fedeltà” e col quale cominciò a formarsi il Rito di Misraim, fosse composto originariamente di una ventina di gradi. Sostiene Gastone Ventura ne “I riti massonici di Misraim e Memphis” ed. Atanor, che dagli archivi del Rito da lui retto a suo tempo risulta che nel periodo che va dal 1788 al 1797 la Loggia San Giovanni della Fedeltà lavorava già con i rituali del rito egiziano e che a quell’epoca faceva parte di questa Loggia anche Ugo Foscolo il quale partecipò, assieme a Francesco Battagia, alle inutili trattative fatte con Napoleone per evitare la cessione di Venezia all’Austria col trattato di Campoformio. È importante rilevare che le isole Ionie non furono cedute all’Austria e proprio in esse si svolse in quegli anni buona parte del lavoro che doveva garantire la sopravvivenza del sistema egiziano, anche perché una volta firmato il trattato, le autorità austriache costrinsero la Loggia ad entrare in sonno. Fu risvegliata nel 1801 dal barone Cesare Tassoni di Modena, noto con il nome iniziatico di Filalete Abraham e considerato già un altissimo grado del Rito. A dispetto di un assonnamento di facciata, come già era accaduto a Napoli a Raimondo di Sangro,  le massime cariche del rito continuarono attivamente i loro lavori di affiliazione, di ricerca massonica, di scambi e di contatti con i più alti esponenti di altri riti, a cominciare naturalmente dai rappresentanti di quello che da lì a pochi anni doveva diventare il Rito Scozzese Antico ed Accettato, che in Italia fu introdotto ufficialmente nel 1805 a Milano, ma i cui precursori operavano in Italia già da tempo.

di Mariano Iodice


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