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venerdì 15 luglio 2011

Religione e religiosità

Comunicazione dell’autore (Michele Barresi) da un lavoro in corso di stampa per i tipi della Tipheret, soggetta alle leggi del Copyright.


Religione e religiosità

Da dove nasce il desiderio di trascendenza dell’Uomo ? Quel desiderio di superamento delle cose materiali che svaniscono con il tempo, non lasciando più alcuna traccia di sé?
Esso è sicuramente un sentimento che matura dall'esperienza vissuta e dalla riflessione razionale, che mettono l'uomo di fronte all’oggettiva precarietà della propria condizione, che si esprime così nella più semplice e più profonda delle domande che l'individuo può rivolgere a se stesso, quella sulla propria più intima identità: "Chi sono?".
Questo interrogativo rimanda, poi, ad altri due quesiti essenziali: quello sull'origine ("da dove vengo?") e quello sul proprio destino ("dove vado?").
Quando si pone questi interrogativi con onestà intellettuale, l’uomo si rende conto di non essersi fatto da sé (origine) e di non essere eterno (destino).
In altre parole, con l'aiuto della ragione, l’Uomo matura la chiara consapevolezza di non essere affatto l'indiscusso padrone della propria vita: non ha deciso lui di nascere, come non ha deciso né il quando né il dove. La sua è essenzialmente una condizione di dipendenza da qualche cosa che è totalmente altro da lui, un'intelligenza creatrice, alla quale può avvicinarsi soltanto attraverso la propria componente spirituale.
A tale desiderio, a tali domande è certo che da sempre l’Uomo ha inteso rispondere attraverso la propria fede espressa nelle molteplici Religioni che si sono avvicendate nei secoli.
Ma come diceva Georg Simmel, sociologo e grande studioso del fenomeno religioso "[…] non è la religione a creare la religiosità, ma la religiosità a creare la religione". Vale a dire che la religione esiste ed è sempre esistita perché l'uomo in quanto tale è ed è sempre stato religioso.
Non v’è dubbio, infatti, che l’essere religioso non significa necessariamente appartenere a una determinata religione piuttosto che a un'altra, dato che anche i non credenti (laici, agnostici e, addirittura, atei) spesso rivendicano una propria dimensione spirituale.
Frequentemente, però, i termini "Religione" e "Religiosità" vengono trattati come sinonimi.
Ma non è così.
Vedremo come sia diverso il significato dei due termini.
Mi piace in questa piccola ricerca svolgerla personalizzandola, non parlando di concetti generali,ma entrando nel vissuto del singolo.
È necessario innanzi tutto tentare di chiarire il significato dei due termini e illustrarne le rispettive caratteristiche.
La Religione nella Storia è stata espressa dal complesso delle narrazioni mitiche, delle norme etiche e salvifiche e dei comportamenti culturali che hanno espresso il rapporto di dipendenza dell'uomo dal divino.
Volutamente non mi soffermerò sulla Storia della Religione e sulla sua influenza sulla Storia delle società umane nel tempo.
Prenderò a modello per la mia esposizione solo le religioni monoteistiche (ebraismo, cristianesimo ed islamismo).
Religioni rivelate che trovano la loro base ed il loro riscontro nei Testi Sacri propri di ognuna, nei quali si possono leggere tutte le direttive che Dio da all'uomo per l'esatta attuazione di ognuno di questi credi religiosi.
Direttive che vengono da Dio, ma che vengono lette ed interpretate da Uomini che presumono di essere in grado di capire e comunicare quale sia la volontà di Dio.
Diventa facile capire come siano possibili letture ed interpretazioni diverse che, come la Storia di queste religioni ci fa conoscere, hanno dato origine a correnti religiose, che pur mantenendosi nella Tradizione dei Testi Sacri di questi hanno dato vita a molteplici “relativismi confessionali”.
Gli scismi, le correnti di pensiero, le interpretazioni del Verbo rivelato hanno determinato il fiorire di interpretazioni di visioni religiose diverse nel seno della stessa religione.
Ma in ogni caso, anche se visti da angolature e da interpretazioni diverse, i concetti base di una determinata religione rimangono sostanzialmente gli stessi e la religione rimane una.
Per facilità mia e vostra farò riferimento alla Religione Cristiana, in quanto è quella a me ed a voi più nota.
Non ci dilunghiamo, facciamo una sola distinzione tra Cattolici e Protestanti, anche se di questi si conoscono diversi sottogruppi: luterani, anglicani, presbiteriani, mormoni, quaccheri e via dicendo, la Religione rimane sempre una: la Religione cristiana.
Ritornando a concetti più generali, possiamo osservare che nelle religioni, ed in particolare in quelle monoteistiche, veri punti cardine sono il Dogma ed il Culto.
Il dogma è la Verità contenuta nella Rivelazione e proposta come obbligazione alla Fede.
Il dogma si propone come principio assiomatico e contrario ad ogni tipo di verifica.
Il dogma non ammette alcun tipo di contraddizione né di critica.
Il culto, invece, è l'insieme degli atti, dei riti e degli usi mediante i quali si rende onore a Dio.
Ne consegue che l'uomo è avviato ad una Religione a seconda del luogo o del contesto in cui nasce e nel quale si pratica quella Religione.
Non gli si offrono scelte.
Deve accettarne il Culto e i Dogmi per Fede e non per ragione.
Deve rispettarne le regole ed attenersi ai precetti che nella sua educazione religiosa gli vengono impartiti.
La Religiosità, al contrario, non ci viene imposta. È nostra, nasce in noi e tocca a noi coltivarla o no.
Per Religiosità si intende il senso dell'amore verso Dio al di là di ogni riferimento a religioni storiche, tradizionali o rilevate.
Entrambi i termini (Religione e Religiosità), quindi, si riferiscono alla ricerca dell'Assoluto (con qualsiasi nome Lo si voglia chiamare): ma mentre la religione indica un tipo di ricerca esteriore, formale; per religiosità si intende la ricerca di Dio all'interno di sé.
Da questo punto di vista, religione e religiosità (spiritualità) non sono due concetti contrapposti che si escludono l'un l'altro, ma possono essere visti semplicemente come due tappe nella crescita interiore di ogni Uomo che aspira alla ricerca della Luce, tant'è che molti seguaci di religioni costituite considerano la spiritualità come un aspetto intrinseco e inscindibile della loro esperienza religiosa.
Religione e Religiosità, se si trovano entrambe nella stessa persona, fanno di questa qualcuno da invidiare.
Religione senza Religiosità è propria di una persona che potrebbe sentire il bisogno di approfondire le sue conoscenze senza abiurare alla sua Religione.
Religiosità senza Religione è propria della persona che ama Dio e che è alla ricerca di Dio nelle mani del Quale deporre il suo spirito.
La massoneria non ha dogmi, non ha culto, ma ha un Rituale ed un’ascesi iniziatica che avvicina l'uomo a Dio, qualunque sia il Dio in cui l'uomo crede o che l'uomo cerchi.
Ha una simbologia sua propria basata sulla Tradizione, ma accetta tutta la simbologia religiosa e misterica di ogni religione, sulla quale, grazie alle capacità di esplorare il trascendente, sviluppa concetti e pensieri che vanno a maggior gloria del Dio in cui ciascuno dei suoi adepti crede.
Chiunque, a qualunque Fede religiosa appartenga trova nella Massoneria il terreno fertile per accrescere la sua Conoscenza e la sua Fede identificando con il “principio simbolico del G.A.D.U.” il Dio della sua religione in un’atmosfera di ecumenismo non riscontrabile in alcuna altra Associazione.
L'uomo Massone è nato libero e questa sua libertà la manifesta principalmente nella sua Fede in Dio, che vede come Architetto dell'Universo, secondo le credenze di ognuno, senza imporre dogmi alla Luce della Ricerca della Verità.
La Massoneria è religiosa, ma non è religione.

Comunicazione dell’autore (Michele Barresi) da un lavoro in corso di stampa per i tipi della Tipheret, soggetta alle leggi del Copyright.